ROMA (WSI) – Dopo il via libera della Consob all’aumento di capitale da 5 miliardi di euro, operazione che terminerà con tutta probabilità mercoledì alle ore 14, parte il conto alla rovescia per Mps. Sono i quattro giorni più intensi della lunga vita della banca. Il giorno 22 dicembre invece si concluderà il collocamento istituzionale.
Le date non sono tassative e potrebbero subire modifiche al verificarsi di eventi o circostanze indipendenti dalla volontà della stessa banca, come ad esempio particolari condizioni di volatilità dei mercati finanziari. È l’ultima spiaggia per la terza banca d’Italia.
Mps, la banca più antica del mondo, sta cercando di recuperare dagli investitori privati quanto più possibile per realizzare in autonomia l’aumento da 5 miliardi imposto da Bce per farlo sta percorrendo due strade in parallelo: la conversione volontaria dei bond subordinati e il collocamento privato, il cosiddetto accelerated bookbuilding.
Tra gli anchor investitor che starebbero valutando l’ingresso in Mps spunta anche un fondo cinese pronto ad investire tra 300 e 500 milioni di euro. In Borsa (segui live blog di mercato) il titolo è punito dalle vendite e fatica a fare prezzo. Dai massimi storici del 2007 l’azione Mps è in calo del 99% circa.
Il computo di giornata è di -7% circa a metà seduta. Secondo quanto riferito da Reuters, un importante investitore nella banca non è contento di un aspetto importante dell’operazione. Il punto di disaccordo potrebbe mandare all’aria l’intero piano di aumento di capitale.
C’è chi valuta azioni Mps 10 centesimi
L’aumento di capitale è stato inserito all’interno di una forchetta di prezzo che va da 1 ad un massimo di 24,9 euro. Il prezzo del collocamento verrà fissato dopo la chiusura dell’operazione. In base alle indicazioni fornite dallo stesso Mps, i vertici della banca non escludono che il prezzo finale dell’aumento risulti anche più basso di 1 euro, come riporta una nota dello stesso istituto senese.
“La determinazione del prezzo minimo, di natura tecnica, si è resa necessaria alla luce dell’impossibilità tecnica e operativa – emersa dalle verifiche compiute dagli intermediari – di gestire un’offerta, quale l’Offerta Pubblica, per la quale è prevista l’adesione per ammontari e non per numero di azioni, con un prezzo di sottoscrizione inferiore ad 1 euro per azione”.
Secondo le ultime indiscrezioni stampa sembra che gli istituzionali chiamati ad aderire all’aumento abbiano valutato alla fine l’azione della banca 0,1 euro. Qualora la conversione o il collocamento privato, o entrambe le operazioni, non permettessero di raggiungere i 5 miliardi previsti, allora si darebbe il via all’intervento pubblico.