Il dossier Mps scotta sempre di più. In settimana sono intervenuti il neo presidente della regione Toscana Eugenio Giani sia Lando Maria Sileoni, il segretario generale della Fabi, principale sindacato dei bancari, per chiedere al Ministero dell’Economia lo slittamento al 2022 della cessione della sua partecipazione (68%) nel capitale della banca senese.
Per Mps interviene ora la regione Toscana
Nella giornata di giovedì Giani, in visita a Siena, nella nuova veste di presidente della regione Toscana, è intervenuto sulla vicenda Mps.
econdo quanto riportato dal sito Siena News Giani ha chiarito che “Non voglio vederla disperdere nei mille rivoli delle vendite. Mi impegnerò ancora di più perché Mps possa restare in mano pubblica e vedere se si trova una soluzione che gli consenta di mantenere il proprio profilo di identità. Sono ancora più convinto come lo ero da candidato del rinvio dell’accodo con la Bce per l’uscita del Tesoro da Mps. La banca la vedo come un insieme di grandi potenzialità da un punto di vista del management, di funzionari, maestranze”.
L’appello dei sindacati
Anche i vertici della Fabi hanno lanciato in settimana un appello al Mef affinché rinvii la privatizzazione di Mps. La proroga richiesta dal segretario generale Sileoni è di un anno per evitare situazioni “penalizzanti per il territorio, per i lavoratori e per la banca”.
“Sarebbe opportuno e auspicabile che il governo italiano chieda alle autorità europee, sia all’Unione europea sia alla Commissione di vigilanza della Bce, la proroga di un anno del termine per l’uscita dello Stato dall’azionariato del Monte dei Paschi di Siena, dal 2021 al 2022, affinché si possano valutare o costruire soluzioni non penalizzanti per il territorio, per i lavoratori e per la banca”, ha spiegato il leader della Fabi.
Secondo Sileoni “i grandi gruppi bancari, peraltro, difficilmente potranno interessarsi all’acquisto del Monte dei Paschi sia perchè hanno obiettivi diversi sia perchè stanno portando avanti altre strategie”.
Il leader della Fabi ha poi sottolineato che “qualunque soluzione che implichi un taglio del personale irresponsabile e socialmente insostenibile vedrebbe contrario il movimento sindacale. In ogni caso, qualunque sia la decisione su Mps, non tollereremo alcun tipo di macelleria sociale e contrasteremo ogni iniziativa che possa ripercuotersi sulle lavoratrici e i lavoratori dell’istituto”.
Mps ha più di 20.000 dipendenti e 1.400 sportelli e gestisce circa il 5% della raccolta bancaria italiana avendo il 5-6% degli impieghi.
Maggioranza divisa sulla vendita
La cessione di Mps è ferma da settimane, con un decreto che sarebbe pronto ma è ancora fermo sulla scrivania del premier Conte. La componente M5s della maggioranza insiste per mantenerne il controllo pubblico, mentre l’advisor Mediobanca è alla ricerca di un compratore su mandato del ministero dell’Economia.
Nei giorni scorsi si è parlato di un possibile interessamento per la banca toscana da parte di Unicredit. Si sarebbe trattato di contatti informali, ma secondo fonti di mercato il Tesoro vedrebbe la vendita a Unicredit tra le possibili opzioni per la dismissione della quota nella banca senese.