Economia

Aumento capitale, Mps: “referendum, investitori ora non disponibili”

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ROMA (WSI) – L’aumento di capitale si farà, questa è una cosa certa. Quanto era meno certo, fino a poche ore fa, era quando sarebbe avvenuto. Ora una stessa nota di Mps conferma il disinteresse degli investitori istituzionali a partecipare all’operazione. Nella relazione illustrativa del cda della banca senese predisposta per l’assemblea dei soci del 24 novembre si parla di:

una sostanziale indisponibilità manifestata dagli investitori istituzionali ad assumere importanti decisioni di investimento relative a società italiane prima di conoscere l’esito del referendum costituzionale” del 4 dicembre. “Preso atto di tale circostanza il cda ha verificato la possibilità di avviare l’aumento subito dopo tale data, mantenendo al contempo l’obiettivo della società di completare l’operazione entro il corrente anno o comunque nei minori tempi tecnici consentiti. Le verifiche condotte con i propri advisor, le autorità competenti e le banche del consorzio hanno tuttavia dimostrato la sostanziale impossibilità di conciliare tali esigenze con un aumento di capitale offerto in opzione ai soci. Questo a maggior ragione ove si consideri che quantomeno nella settimana 27-30 dicembre l’operatività dei mercati finanziari è ridotta”. Finora, insomma, “non sono pervenute da parte degli azionisti manifestazioni di disponibilità a sottoscrivere le azioni di nuova emissione rivenienti dall’aumento”.

Dalla relazione del cda di Mps per l’assemblea del prossimo 24 novembre trapelano altri dettagli: per la proposta di delega per l’aumento di capitale, la banca si riserva la possibilità di proporre nella complessa operazione di rafforzamento del patrimonio, con l’aumento di capitale fino a cinque miliardi, anche la conversione in azioni di strumenti finanziari senior oltre ai previsti titoli subordinati tier1 e tier2.

Vincoli e rigidità, anche temporali, hanno impedito di offrire il diritto di opzione per l’aumento di capitale, come ricorda il cda di Rocca Salimbeni.

“Il diritto di opzione è escluso come opzione di base, tuttavia le condizioni alla partenza dell’operazione, dopo il referendum del 4 dicembre, potrebbero portare nell’ambito di un’offerta di sottoscrizione al pubblico anche un’eventuale tranche per gli attuali azionisti”.

Ieri a fine giornata i titoli dell’istituto senese hanno lasciato sul terreno il 4,2%, attestandosi a 0,23 euro.

Mps snobbata dal Qatar, interesse dagli Usa?

Così scrive Dagonews, riportando le indiscrezioni sulla banca senese.

“Verrà ricevuto soltanto per “cortesia istituzionale”: questa la voce di corridoio che circola negli ambienti vicini al fondo sovrano del Qatar in merito alla visita dell’ad di MPS Marco Morelli all’estenuante ricerca di un “anchor investor” che metta 900 milioni sul piatto per il terzo aumento di capitale in tre anni. Il tutto mentre a Roma si aggirano personaggi legati alla famiglia Al Thani, con l’obiettivo di aprire anche in Italia un ufficio di rappresentanza del Qatar Investment Authority (Qia) ma che non mostrano il minimo interesse per il Monte dei Paschi. Questo perché il Qatar sembra più attirato dagli investimenti immobiliari nel belpaese che non da quelli finanziari, come la Costa Smeralda, Porta Nuova di Milano, fino agli alberghi romani. Più che il Qatar, come riferisce lo stesso ad Morelli, un certo interesse nei confronti della banca più antica del mondo sembra che lo abbiano dimostrato alcuni investitori istituzionali americani desiderosi di conoscere le proiezioni del nuovo piano strategico. Fonti di stampa hanno reso noto che Morelli avrebbe incontrato  Atlas Capital, il fondo guidato dall’ex ceo di Barclays Bob Diamond, uno dei supporter della cordata messa in piedi da Passera. Proprio l’ex ministro non è stato ammesso alla “due diligence” riservata.