Economia

MPS boccia il “piano Passera”

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SIENA (WSI) – Oggi è il giorno cruciale per il Monte dei Paschi di Siena, il giorno in cui la Bce comunicherà la sua decisione in merito al piano di messa in sicurezza presentato dall’istituto di Rocca Salimbeni e che si basa sulla smaltimento, mediante una maxi cartolarizzazione a cui parteciperà anche il Fondo Atlante di 9 miliardi di euro di sofferenze e un aumento di capitale da 5 miliardi, realizzato interamente con capitali privati raccolti dalla JP Morgan e da Mediobanca.

E in un momento di grande incertezza, interviene a gettare benzina sul fuoco la Fondazione Mps, che oggi ha l’1,49% del capitale ma ha già fatto sapere che non parteciperà all’annunciato aumento da 5 miliardi.  La Fondazione Mps non seguirà la banca nell’operazione di aumento di capitale che alle  attuali condizioni costerebbe alla banca circa 75 milioni di euro di un patrimonio liquido poco oltre i 370 ml ma  conserverà comunque una quota di partecipazione simbolica. Questa è un’indiscrezione visto che Marcello Clarich, presidente della Fondazione Mps, parlando all’Ansa ha avuto modo di affermare:

“Non abbiamo preso nessuna decisione (…) Ogni valutazione è in questo momento assolutamente prematura (…) il percorso di analisi inizierà proprio domani con la prima di una serie di riunioni della deputazione amministratrice (…). Aspettiamo, non c’è da agitarsi (…) siamo moderatamente ottimisti anche se ogni giudizio è prematuro”.

Ieri poi è arrivato un altro, ennesimo colpo di scena in merito alla banca senese. L’ex Ceo di Intesa Sanpaolo ed ex ministro dell’Economia Corrado Passera ha presentato un piano alternativo con il sostegno finanziario del gruppo svizzero Ubs – advisor in uscita dal Monte –  oggi guidato dal ceo Sergio Ermotti e  oggi verrà presentato nel cda del Mps.

Il CdA ha oggi bocciato questo piano alternativo e il titolo accelera del +7,4% a Piazza Affari (segui live blog) nel primo pomeriggio, in un contesto positivo per il settore bancario e per il mercato azionario in generale (Ftse MIB +2,3%).

Il piano dell’ex ministro dell’Economia e di Ubs prevedeva, secondo le indiscrezioni, la cancellazione dei subordinati in mano agli istituzionali. Se la banca svizzera avesse garantito sufficienti risorse finanziarie, con il piano i problemi del Monte avrebbero potuto essere risolti senza l’intervento del fondo Atlante. Evidentemente il mercato non credeva nella fattibilità del progetto.

Intanto cresce l’attesa per le decisioni che quest’oggi prenderà il board della banca per mettere in sicurezza l’istituto toscano proprio nel giorno dell’esito degli stress test, che verranno resi noti alle 22, per evitare speculazioni di mercato. Secondo le voci il piano di Mps prevede la dismissione di 10 miliardi di sofferenze nette in una sola operazione e un successivo aumento di capitale da 5 miliardi di euro circa.