Ancora un passo indietro dello Stato in Monte dei Paschi di Siena, che procede così al terzo collocamento della banca senese. La comunicazione è arrivata ieri sera dal Tesoro che, prima ha fatto sapere di aver avviato il collocamento di 88,2 milioni di azioni del Monte, pari a una quota di circa il 7% del capitale dell’istituto di credito; poi ha corretto il tiro, spiegando che si è proceduto alla vendita del 15% del capitale, risultato – come ha specificato il Mef – di una domanda “pari a oltre il doppio dell’ammontare iniziale”. Il bottino è ricco. Il MEF ha fatto sapere di aver incassato 1,1 miliardi dopo aver venduto le azioni del Monte a 5,52 euro, con un premio del 5% rispetto alla chiusura di Borsa.
Contesto della privatizzazione
Questo collocamento segue le due precedenti vendite: una del 25%, effettuato a novembre 2023 e uno del 12,5% a marzo 2024. In totale, il Tesoro ha incassato circa 2,7 miliardi di euro dalla privatizzazione di MPS in meno di un anno. In portafoglio resta ancora una quota dell’11,7% che in Borsa vale circa 800 milioni. L’operazione porta la partecipazione del Tesoro in MPS a circa l’11%, scendendo sotto la soglia del 20%, come richiesto dalla Commissione Europea per completare il processo di privatizzazione della banca. La strategia del governo mira a ridurre progressivamente la sua partecipazione nella banca senese, facilitando così la sua trasformazione in un’entità completamente privatizzata dopo anni di sostegno pubblico e ristrutturazioni finanziarie
Con la diminuzione della partecipazione statale, MPS potrà operare senza i vincoli imposti da Bruxelles, inclusi i limiti sulla distribuzione dei dividendi e le restrizioni sulle retribuzioni dei manager. Questo scenario potrebbe aprire a nuove opportunità per fusioni e acquisizioni nel settore bancario italiano.
Grande soddisfazione in Via XX Settembre. “Abbiamo portato a termine un’azione importante come avevamo annunciato nelle sedi istituzionali prevedendo la realizzazione di un’operazione di politica bancaria e finanziaria italiana volta a rafforzare l’azionariato di un player importante nel mercato del credito in modo serio e riservato come da sempre dichiarato in questi due anni di governo”, ha commentato il ministro Giancarlo Giorgetti.
Blitz di Banco Bpm e Anima
Ma la vera sorpresa è arrivata quando è venuto fuori che ad acquistare sono state Banco Bpm e Anima, l’asset manager di cui il gruppo guidato da Giuseppe Castagna è primo azionista con il 22% del capitale e su cui ha lanciato un’Opa per salire al 100%. Castagna ha fatto sapere di aver acquisito il 5% per circa 530 milioni di euro, mentre Anima, che ha già in portafoglio l’1% di Mps, il 3% per 219 milioni. Insieme fa il 9% del capitale, che fanno del polo Banco-Anima il secondo azionista di Mps dopo il Tesoro.
Come se non bastasse, in serata, è emerso inoltre che Francesco Gaetano Caltagirone, azionista sia di Anima con il 3,5% che del Banco con una quota più piccola, ha comprato il 3,5% del Monte.
BPM, che in più occasioni ha ribadito di non aver alcun interesse in Mps, motiva la mossa a sorpresa con l’opa su Anima.
L’acquisizione – si legge in una nota – “si inserisce nel contesto più ampio dell’offerta pubblica di acquisto” sull’asset manager “ed è coerente con la strategia del gruppo di rafforzamento delle proprie fabbriche prodotto”. “Mps è infatti il primo distributore di prodotti del gruppo Anima, dopo Banco Bpm, e rappresenta un partner strategico per la crescita futura di Anima e delle sue controllate”. Nella stesso comunicato stampa si assicura che la banca non ha intenzione di chiedere alla Bce l’autorizzazione a “superare la soglia del 10%” mentre resta “focalizzata sugli obiettivi del piano 2023/26, confermando la propria strategia stand alone”.
Banco Bpm stima che il suo investimento “genererà un rendimento annuo del 14% circa sotto forma di dividendi, con un impatto positivo sull’utile per azione pari a circa il 2,5%”.
Dal canto sua Anima, ha messo in chiaro l’.ad. Alessandro Melzi d’Eril in una nota, “ha come priorità il rafforzamento delle relazioni strategiche” con i suoi partner e quella con Mps “è fonte di grande soddisfazione per i traguardi raggiunti” negli ultimi 15 anni e di entusiasmo per le prospettive di crescita futura”. “Avevamo già dimostrato il nostro supporto partecipando all’aumento di capitale del 2022; non poteva esserci occasione migliore di questo collocamento azionario per esprimere il nostro apprezzamento per la Banca e ampliare gli orizzonti di una proficua collaborazione”.
Il titolo
Il collocamento arriva in un momento in cui i titoli MPS viaggiano sui massimi, grazie anche anche una trimestrale che ha portato l’utile dei primi nove mesi a sfiorare gli 1,6 miliardi. Oggi, le azioni hanno aperto in rialzo del 10% per poi portarsi a +8,9%). Hsbc ha avviato la copertura del titolo con giudizio ‘buy’ e target price di 7,2 euro, con un potenziale ‘upside’ del 34%.