Economia

MPS: Tesoro venderà nuova quota entro fine anno

Nuova vendita di quote MPS da parte del Tesoro. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) italiano prevede di mettere sul mercato una nuova tranche delle sue partecipazioni in Monte dei Paschi di Siena (MPS) entro la fine del 2024, come annunciato dal ministro Giancarlo Giorgetti durante l’evento The Future of Finance organizzato da Bloomberg a Milano.

Mps: cosa farà il Tesoro

“L’idea è sempre quella di creare un progetto industriale nel lungo termine”, ha aggiunto il titolare del dicastero di via XX settembre durante il convegno organizzato da Bloomberg, nel corso del quale ha parlato di un ‘autunno particolarmente intenso con il collocamento della tranche di Poste, già annunciato, e quello di Mps’.

Verrà creato un polo industriale, come ci richiede il sistema’. Mps è un ‘esempio di successo, che ha beneficiato di condizioni particolare, con i tassi in discesa che hanno permesso alla banca di uscire da una crisi brillantemento….la ciliegina sulla torta è che Mps può e deve diventare un player del sistema bancario italiano nel nuovo assetto che si creerà in futuro’.

Attualmente, lo Stato detiene il 26,73% delle azioni della banca, essendone il principale azionista. Il governo ha già venduto due tranche di partecipazioni in MPS nell’ultimo anno. La prima, pari al 25%, è stata ceduta a novembre 2023, generando oltre 900 milioni di euro. La seconda, equivalente al 12,5%, è stata venduta a marzo 2024, portando un incasso di 650 milioni di euro.

L’obiettivo principale del governo è ridurre la propria partecipazione nel capitale di MPS per rispettare gli impegni presi con la Commissione Europea, che prevedono una riduzione della quota statale, inizialmente del 64%, entro la fine del 2024. Inoltre, la vendita consente di sfruttare il favorevole andamento del mercato, dato che il valore delle azioni della banca è attualmente elevato grazie alla robusta generazione di utili e agli sviluppi positivi sul fronte giudiziario.

MPS torna in redditività: utili in crescita dell’87,3%

MPS ha chiuso il 2023 e la prima metà del 2024 con risultati di redditività molto positivi. Nel dettaglio la banca italiana guidata dal ceo Luigi Lovaglio, nel primo semestre del 2024  ha riportato risultati finanziari molto positivi. I ricavi sono stati di 2,03 miliardi di euro, con un margine di interesse di 1,17 miliardi e commissioni per 735,8 milioni. Gli accantonamenti per perdite su prestiti ammontano a 204 milioni, mentre l’utile netto ha raggiunto 1,159 miliardi di euro, in forte crescita rispetto ai 619 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno precedente.

La banca senese inoltre ha recentemente aggiornato il suo piano strategico con un orizzonte fino al 2028, che prevede importanti investimenti in nuove tecnologie per un valore complessivo di circa 500 milioni di euro. A ciò si aggiungono azioni mirate allo sviluppo delle competenze interne, tra cui l’assunzione di circa 800 giovani professionisti. Il piano punta a raggiungere un target di utile pre-tasse di 1,66 miliardi di euro entro il 2028.Inoltre, per  l’esercizio 2024, MPS prevede di distribuire dividendi per oltre 950 milioni di euro, con un payout ratio aumentato dal 50% al 75%. L’utile pre-tasse atteso per la chiusura dell’anno è di circa 1,3 miliardi di euro. Inoltre, la banca prevede di disporre di oltre 2 miliardi di euro di capitale in eccesso nel periodo 2025-2028. È confermato un CET1 ratio del 18%, a dimostrazione della solidità patrimoniale della banca.

Caso derivati: Procura presenta ricorso contro assoluzione ex vertici

Inoltre la banca ha beneficiato di importanti assoluzioni giudiziarie per gli ex vertici, tra cui Giuseppe Mussari, Antonio Vigni, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, il che ha migliorato ulteriormente il clima attorno all’istituto bancario. A fine luglio la Procura generale di Milano e Bluebell Partners Ltd, rappresentata dal suo cofondatore Giuseppe Bivona, hanno presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Milano che, nel dicembre 2023, ha assolto Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente ex presidente ed ex amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena (MPS). Il caso riguarda la contabilizzazione a saldi aperti di alcune operazioni finanziarie che la Procura e Bluebell considerano come derivati.

Giuseppe Bivona, figura chiave e grande accusatore di MPS, ha espresso la sua insoddisfazione per la sentenza di assoluzione, definendola “irricevibile”. Il ricorso è stato presentato nel giorno in cui scadevano i termini per la sua presentazione. Anche la Procura Generale ha formalizzato il proprio ricorso.