ROMA (WSI) – Il ritorno della banca più antica del mondo, il Monte dei Paschi di Siena sotto l’ala statale potrebbe trasformarsi nell’ennesimo salasso per i contribuenti. A lanciare l’allarme è l’agenzia di stampa internazionale Reuters.
Circa un mese fa sono entrati in vigore i decreti sulla ricapitalizzazione precauzionale di Mps, attraverso anche la conversione in azioni dei bond subordinati dell’istituto (burden sharing). Nel piano si prevede la conversione dei bond junior in azioni al prezzo di 8,65 euro per un importo di circa 4,473 miliardi e la parte di aumento di capitale riguardante il Tesoro avviene a 6,49 euro per azione per un totale di 3,85 miliardi.
Ebbene “secondo tre operatori sentiti da Reuters, sul mercato over the counter l’azione Mps viene quotata intorno a 4,20 euro, con bid e ask compresi tra 4,14 e 4,35″.
“Si tratterebbe ad ogni modo di un valore di circa la metà rispetto agli 8,65 euro della conversione dei bond junior e ben inferiore ai 6,49 euro pagati dal Tesoro”.
Una bella fregatura per lo Stato che può raggiungere la cifra di 800 milioni e oltre, come ricorda Libero Quotidiano.
“La quota in mano a via Venti Settembre è destinata a salire al 70% quando saranno comprati anche i titoli obbligazionari sottoscritti da piccoli risparmiatori (la cosiddetta clientela retail). L’aggravio per le finanze pubbliche, poi, potrebbe essere ancora più pesante visto l’ammontare complessivo delle richieste di risarcimento danni presentata dagli ex soci”.
Il totale supera gli 800 milioni, una somma “più che raddoppiata nel primo semestre di quest’anno, rispetto al totale delle domande di indennizzo presentate a dicembre 2016. Un conto, sul bilancio della banca e quindi su quello del Tesoro principale azionista, che potrebbe salire ancora, visto che Mps è imputata nei vari procedimenti che coinvolgono gli ex manager”.