Nella trattativa su MPS tra Unicredit e Mef, il d-day sarà il 27 ottobre. È questa la data in cui, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, potrebbe arrivare l’esito dei negoziati. Una data che coincide con l’approvazione dei conti del terzo trimestre dell’istituto di Piazza Gae Aulenti.
Secondo quanto riportato dal quotidiano economico, dai tavoli di negoziazione sarebbe trapelato “lo schema di massima dell’operazione” esisterebbe già, e che il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, “ha posto condizioni ben precise che riguardano il perimetro delle attività da rilevare (con esclusione degli sportelli nelle aree di sovrapposizione) e il trasferimento allo Stato del contenzioso legale e dei crediti deteriorati e in via di deterioramento”.
Ora la palla passa al governo. Le prossime ore saranno infatti decisive per capire se le richieste di Unicredit sono accettabili. L’istituto bancario milanese, nel frattempo, si aspetta la risposta definitiva entro fine ottobre. In tempo per adattare il nuovo piano industriale.
Mps Unicredit: soluzione aggregazioni è l’unica strada
Intanto, pochi giorni, alla vigilia dello sciopero indetto dai sindacati della banca di Rocca Salimbeni, fonti di Governo hanno confermato all’agenzia Radiocor che il dossier Monte dei Paschi “è complesso” ma la soluzione dell’aggregazione “è inevitabile”.
Nessun commento è invece arrivato dalla BCE.
‘Non commento sul caso italiano Unicredit/Mps ma voglio dire che ci sono attualmente molti movimenti in Europa sfortunatamente su base nazionale’ ha detto due giorni fa la presidente della Bce Christine Lagarde all’Europarlamento aggiungendo che questa situazione deve spingere a completare l’unione bancaria e l’unione del mercato dei capitali per una effettiva unione economica e monetaria perché c’è bisogno “di istituzioni più forti” che agiscano su base transfrontaliera.
Lagarde ha poi ribadito che occorre istituire il sistema unico di garanzia dei depositi bancari sui cui il negoziato ormai da mesi.
Lagarde ha specificato che ‘movimenti’ delle istituzioni bancarie sono in corso in Italia, si sono verificati in Spagna e ‘forse ne vedremo anche in altri Paesi’. Si tratta di mosse dei gruppi bancari che si svolgono in un contesto in cui l’unione bancaria non e’ completa e per questo ‘la Bce fara’ tutto il possibile per arrivare a una situazione in cui ci sara’ una unione economica e monetaria” effettiva.