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MPS: zampata della famiglia Del Vecchio, Delfin sale a quasi il 10%. Cosa succede

La famiglia Del Vecchio oggi è il primo azionista privato di MPS. La holding Delfin (Del Vecchio finanziaria) è salita al 9,78% del capitale della banca senese Mps. Una zampata che emerge dagli ultimi aggiornamenti della Consob sulle partecipazioni rilevanti.

La salita nel capitale dell’istituto senese poco sotto la soglia rilevante del 10% è datata 27 dicembre, e arriva a seguito – si legge – dell’acquisto di azioni nell’ambito di una complessiva operazione di “share forward” e “collar share forward”.

Del Vecchio sale in MPS

Prima di questa operazione, la cassaforte della famiglia Del Vecchio, azionista anche di Generali e Mediobanca, possedeva il 3,5% di Mps, quota che aveva acquisito in occasione dell’ultimo arrotondamento dello scorso 13 novembre da parte del Mef del 15% dell’istituto senese, a  cui avevano partecipato anche l’immobiliarista romano  Francesco Gaetano Caltagirone (3,5%), Banco Bpm (5%) e Anima Holding (4%).

Una mossa che, a detta degli analisti, rafforza il “nocciolo duro” italiano dopo la progressiva discesa del Tesoro nel capitale. Guardando all’assetto societario di Mps, oggi il Mef resta primo azionista con l’11,7%, seguito da Delfin con il 9,78%, da BancoBpm con il 5%, da Francesco Gaetano Caltagirone (5,026%) e da Anima (4%)

Il ruolo di Natixis

Pochi giorni fa, il 6 gennaio per l’esattezza, la notizia che il gruppo francese BPCE aveva incrementato la partecipazione aggregata nel capitale di Banca MPS, detenuta tramite la controllata Natixis, al 6,398%, da una situazione precedente al 30 dicembre 2024 del 5,015%.

La quota è in gran parte rappresentata da strumenti derivati, mentre quella con diritti di voto riferibile ad azioni è stata quasi annullata rispetto al 5,8% precedente. Nel dettaglio, lo 0,114% è relativo a diritti di voto riferibili ad azioni dell’istituto bancario, mentre il 6,271% è relativo ad altre posizioni lunghe con regolamento fisico (opzioni “put” e “call” con data di scadenza compresa tra settembre 2025 e marzo 2026). Il restante 0,012% fa riferimento ad altre posizioni lunghe con regolamento in contanti (azioni oggetto di contratti “Equity Swap” con data di scadenza ottobre 2025). Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, “la costituzione della partecipazione è datata 6 gennaio 2024 e potrebbe essere stata creata in appoggio all’ascesa di Delfin nel capitale di Mps”.

La view di Equita

Gli analisti vedono di buon occhio questa aumento di peso nel capitale di MPS da parte della famiglia Del Vecchio. “Accogliamo positivamente la notizia e pensiamo che il titolo possa avere una reazione positiva, in quanto l’aumento della partecipazione di Delfin aumenterebbe l’appeal speculativo sul titolo in ottica di consolidamento bancario, all’interno del quale ovviamente Mps ricopre un ruolo determinante”, spiegano gli analisti di Equita Sim, i quali riportano indiscrezioni di stampa secondo cui ulteriori incrementi di quote potrebbero essere resi noti nei prossimi giorni, come ad esempio un presunto aumento della quota del gruppo Caltagirone a ridosso del 10%.

Cosa succede alla partita Unicredit-Banco BPM

La mossa di Delfin sembra voler blindare il capitale di MPS, dopo il blitz di Unicredit su Banco BPM, anch’esso azionista di MPS e Anima. L’istituto senese viene accerchiato così dai soci privati per continuare nella direzione del terzo polo bancario, particolarmente  caldeggiato dal governo ma oggi in discussione dall’Ops lanciata a fine novembre da Unicredit sul Banco Bpm.