Società

Mughini: “Italia da analfabeti”. Video D’Alema? “Politica da paparazzi”

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Scrittore, giornalista, opinionista italiano, Giampiero Mughini ha fatto già parlare di sé pochi giorni fa per una sua intervista all’Huffington Post, in cui ha definito l’Italia “un paese di analfabeti”, riferendosi ai titoli del libri più letti dagli italiani che svettano in cima alle classifiche. Mughini ha anche definito la discussione sul referendum costituzionale “spaventosa”, aggiungendo che “il livello della lotta politica e il suo linguaggio sono quanto di più vicino ci sia alla barbarie”.

Rincarando la dose, ha precisato:

“Questa classe politica si regge sul fatto che gli italiani sono diventati un popolo di analfabeti. E il guaio è che l’Italia non è sola in questa deriva. In Francia il leader che conquisterà il maggior numero di consensi rischia di essere Marine Le Pen. E in America – nell’America che amavamo tanto – corre come candidato presidente uno che che persino qui da noi fa sensazione per quanto è zoticone..”

Oggi Mughini scrive direttamente a Dagospia, e nel descrivere le condizioni in cui versano sia la politica che l’informazione, prende spunto dal caso del video che ritrae la sfuriata che Massimo D’Alema ha fatto giorni fa all’attrice Rosanna Sferrazza vestita da chef. Inviata della trasmissione “L’Arena”, Sferrazza aveva chiesto all’ex premier un parere su uno dei piatti che sono stati offerti agli ospiti durante la cena di gala di Obama (che ha visto Matteo Renzi ospite d’onore). D’Alema, come si vede dal video, ha perso letteralmente le staffe, e il video è diventato virale.

Mughini, nella sua lettera a Dagospia, non manca di mettere in evidenza quello che è diventato il diktat e l’obiettivo di quasi ogni programma televisivo: stupire, attraverso la creazione e il lancio di qualcosa che diventi virale, che giri sui vari social Facebook Twitter, Instagram, solo per citarne alcuni tra i più popolari.

Lo scrittore non vuole certo difendere i modi di D’Alema, non proprio noto per il suo aplomb britannico. Piuttosto, partendo dal caso, vede nell’episodio, e soprattutto nella popolarità di questi episodi il segnale dello “spaventoso abisso in cui stiamo cadendo tutti noi occidendali“, sempre in prima linea quando si tratta di accogliere la politica in versione paparazzata.

L’opinionista fa notare come  l’inviata del programma “L’Arena” sia arrivata lì per vedere cosa D’Alema avrebbe detto dell’attuale premier, il suo “Nemico Assoluto”

“Questa sì che è comunicazione, spettacolo, informazione, contributo al dibattito corrente. Questa sì che è rottura di coglioni per chi ne è oggetto”.

Mughini tiene a precisare:

“Non vorrei mi fraintendeste. Ovvio che non si dà una manata a un piatto di ravioli, tanto più se è una donna a mettertelo sotto il naso. Una donna e tutto ciò che le pertiene non vanno sfiorati nemmeno con una rosa. Giletti e i suoi collaboratori fanno il loro mestiere, a un tempo in cui tutto dell’informazione è innanzitutto intrattenimento, e più corsaro è quell’intrattenimento e meglio è. Solo che anche il “cattivo” D’Alema ha un qualche diritto. Di non farsi rompere i coglioni, di non farsi cavare con le tenaglie una qualche puttanata verbale di cui il web si innamorerà per una settimana”. Ancora Mughini: “A Brigitte Bardot capitava ben di peggio che a D’Alema. I “paparazzi” la torturavano a tal punto 24 ore al giorno, che una volta lei finì per terra avvinghiata nella lotta contro uno di loro che l’aveva tormentata oltremodo. Per l’appunto. D’Alema non doveva avvinghiarsi nella lotta contro la valorosa inviata di RaiUno che si stava guadagnando il suo pane”.

Cosa avrebbe dovuto fare, secondo Mughini, D’Alema a spasso con il cane?

“Doveva fare quello che ha fatto una volta Enrico Cuccia. Gli inviati di “Striscia” gli si erano messi alle calcagna, per un paio di centinaia di metri, e lui non ha battuto ciglio, non ha detto una parola, non ha fatto una sola smorfia, non s’è mai accorto che i disturbatori esistessero a questo mondo. Mi direte che senza le “paparazzate” non avremmo avuto sui giornali – e poi sui libri – le tracce di come è evoluta la storia e toponomastica del nostro costume eccetera. Certo. Solo che ridurre la politica odierna, e i suoi problemi e i suoi protagonisti a delle “paparazzate” più o meno riuscite è il segno dello spaventoso abisso in cui stiamo cadendo tutti noi occidentali, e quelli che rompono i coglioni e quelli che se li fanno rompere. Sia detto con rispetto di quelli che fanno l’oneroso mestiere di puntare un microfono contro la bocca di un vip“.