Economia

Multinazionali: Svizzera, Olanda e Irlanda tra i paradisi fiscali in Ue. Italia in lista

Svizzera, Olanda, Jersey (l’isola più grande del Canale della Manica, tra il Regno Unito e la Francia), Irlanda e Lussemburgo sono nella top ten mondiale dei paesi che favoriscono gli abusi fiscali delle grandi corporation. Così emerge dal “Corporate Tax Haven Index” stilato dall’organizzazione Tax Justice Network che ha analizzato 70 Paesi per valutare il loro ruolo nel facilitare l’evasione fiscale globale.

Il rapporto evidenzia come due terzi degli abusi fiscali mondiali siano perpetrati da multinazionali che trasferiscono i loro profitti all’estero, mentre il restante terzo è attribuibile a individui che nascondono le loro finanze offshore.

I paradisi fiscali più utilizzati dalle multinazionali

La classifica del Corporate Tax Haven Index del 2023 identifica le giurisdizioni più favorevoli alle grandi corporation per pagare meno tasse. Le prime tre posizioni restano invariate rispetto al 2021:

  1. Isole Vergini Britanniche
  2. Isole Cayman
  3. Bermuda

Al quarto posto si trova la Svizzera, seguita da Singapore e Hong Kong. Altri paesi europei come Olanda (settima), Jersey (ottava), Irlanda (nona) e Lussemburgo (decima) completano la top ten delle giurisdizioni più utilizzate dalle multinazionali per trasferire profitti.

Secondo il rapporto, i paradisi fiscali contribuiscono alla perdita di mezzo trilione di dollari ogni anno in entrate fiscali che potrebbero essere utilizzate per finanziare servizi pubblici essenziali come ospedali e scuole. Nei primi dieci paesi della classifica transita il 44,6% degli investimenti esteri diretti effettuati dalle multinazionali.

La situazione in Europa e in Italia

Cinque delle giurisdizioni fiscali più usate dalle multinazionali si trovano in Europa: Svizzera, Olanda, Jersey, Irlanda e Lussemburgo. L’Irlanda è entrata per la prima volta nella top ten globale, mentre Regno Unito e Francia si posizionano più in basso nella classifica.

E l’Italia? Il nostro paese si trova al 29° posto nel Corporate Tax Haven Index, nella terza fascia di Paesi che consentono l’abuso fiscale su scala minore. Tuttavia, il Paese rientra comunque nella lista delle giurisdizioni che permettono pratiche fiscali vantaggiose, anche se meno aggressive rispetto ad altre nazioni europee.

Infine, il  rapporto sottolinea che gli Stati Uniti detengono la quota più alta di investimenti diretti esteri globali, pari al 13,5%, seguiti da Paesi Bassi (9,6%) e Lussemburgo (7,6%). In totale, le 70 giurisdizioni coperte dal report rappresentano l’86,67% degli investimenti esteri globali. Si stima che i governi di tutto il mondo perdano 84 miliardi di dollari all’anno in imposte societarie a causa delle multinazionali che utilizzano il Regno Unito e i suoi paradisi fiscali per evadere le tasse. Questo dato aumenta a 169 miliardi di dollari se si includono le perdite derivanti dall’evasione fiscale individuale.

Il Corporate Tax Haven Index mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi sull’importanza di rafforzare le leggi fiscali per combattere l’abuso fiscale e promuovere una distribuzione più equa delle risorse globali.

Nel corso di un anno, i nostri governi potrebbero perdere circa mezzo trilione di dollari a causa dei paradisi fiscali”, con grandi quantità di “denaro pubblico che potrebbe essere destinato a ospedali, scuole e, più in generale, ad un futuro migliore per miliardi di persone (…) Il Corporate Tax Haven Index, si legge ancora, “segnala che i paradisi fiscali più dannosi sono alcune delle più grandi economie del mondo insieme ai territori dipendenti che ricadono sotto il loro controllo. Infatti, tutti i Paesi consentono l’abuso fiscale globale in misura diversa, dunque tutti i Paesi hanno la responsabilità di rafforzare le proprie leggi contro questa pratica”.