I mutui a tasso variabile continuano a costituire un problema per le famiglie italiane. A seguito della politica monetaria intrapresa dalla Bce, chi ha sottoscritto un finanziamento a tasso variabile nel corso del mese di gennaio 2022 – stando alle simulazioni effettuate da Facile.it e da Mutui.it – deve mettere in conto un maggiore esborso di 2.300 euro. Questo aumento è stato registrato nell’arco di diciotto mesi.
Andando a dare un’occhiata a quelle che sono le aspettative di mercato e come potrebbero oscillare le rate dei mutui a tasso variabile da qui ad un anno, l’Euribor – ossia l’indice di riferimento per i mutui variabili – è possibile che la spesa possa arrivare a superare i 5.300 euro a luglio 2024.
Mutui a tasso variabile, le simulazioni
Per effettuare le loro simulazioni, Facile.it e Mutui.it hanno preso come riferimento un finanziamento ipotecario a tasso variabile da 126.000 euro. Il piano di rientro prevede la restituzione del capitale nell’arco di 25 anni. Il mutuo è stato sottoscritto nel corso del mese di gennaio 2022. L’analisi ha studiato come sono cresciute le rate da inizio 2022 fino ad oggi e come potrebbero aumentare nel corso dei prossimi mesi, basandosi direttamente sui futures sugli Euribor (sono le aspettative di mercato).
A gennaio 2022 il TAN (ossia il tasso) di partenza era pari allo 0,67%, che comportava una rata mensile pari a 456 euro. La Bce, nel corso degli ultimi mesi, ha deciso vari aumenti del costo del denaro per contrastare l’inflazione. Il tasso del mutuo preso in esame è arrivato a sfiorare, nel corso del mese di agosto 2023, il 4,95%, mentre la rata si è attestata a 726 euro. Facendo due conti in tasca al mutuatario, questo si ritrova a spendere il 60% in più rispetto ad inizio 2022. Economicamente parlando si parla di una rata mensile più alta di 270 euro.
Andando a calcolare quanto complessivamente l’aumento delle rate abbia gravato su quanti abbiano contratto dei mutui a tasso variabile, da gennaio 2022 ad agosto 2023, l’esborso totale è stato pari a 2.300 euro.
Il picco arriverà a dicembre
Purtroppo le rate dei mutui a tasso variabile sono destinate ad aumentare nel corso dei prossimi mesi. Nel corso delle ultime settimane l’Euribor a tre mesi ha rallentato la sua salita, ma da qui alla fine del 2023 l’indice dovrebbe continuare a crescere, raggiungendo il suo picco tra novembre e dicembre di quest’anno, quando sfiorerò il 3,86%.
Cosa comporta tutto questo per quanti hanno contratto un finanziamento ipotecario? Per quanto riguarda il mutuo preso in esame significherà un tasso medio superiore al 5,10%, mentre la rata sarà pari a 734 euro. È un aumento di 275 euro rispetto a quella di gennaio 2022.
Mutui: quando si inizierà a pagare meno
Con il nuovo anno, però, la tendenza potrebbe invertirsi. Andando a guardare alle quotazioni di marzo 2024, il tasso del mutuo preso in considerazione potrebbe scendere al 5,03% e calare al 4,83% nel corso del mese di giugno 2024.
Secondo le nostre aspettative, almeno fino alla fine dell’anno i mutuatari con un finanziamento a tasso variabile dovranno fronteggiare ulteriori aumenti e, sia pur lentamente, da dicembre 2023 i tassi prima si stabilizzeranno per poi cominciare a diminuire e tornare sotto al 3%, presumibilmente, dalla metà del 2025 – spiega Ivano Cresto, Managing Director prodotti di finanziamento di Facile.it. -. Sebbene l’impatto dei rincari sia diverso per ciascuno in base all’importo residuo del mutuo e al numero di rate ancora da pagare – più si è vicini alla fine del piano di ammortamento, minore sarà l’effetto – il consiglio è quello di stabilire il livello massimo oltre il quale la rata potrebbe diventare insostenibile e rivolgersi al proprio istituto di credito o ad un consulente indipendente per individuare la soluzione migliore.
Mutui, le misure per aiutare le famiglie
A luglio l’Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, ha diffuso una circolare presso gli istituti associati, per promuovere l’adozione di una serie di misure a favore delle famiglie che hanno sottoscritto dei mutui a tasso variabile senza cap, in modo da cercare di attenuare gli impatti delle decisioni prese dalla Bce. Queste misure dovrebbero consistere in:
- un allungamento del piano di ammortamento per i finanziamenti per l’acquisto della prima casa;
- in un ampliamento dei potenziali beneficiari della rinegoziazione dei contratti di finanziamento ipotecario;
- in una maggiore promozione presso la clientela della possibilità di ricorrere Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa (il cosiddetto Fondo Gasparrini), al fine di sospendere – al verificarsi di specifici eventi – il pagamento delle rate del finanziamento.