La Banca Centrale Europea ha alzato di nuovo i tassi di interesse di altri 50 punti base dopo i 75 di ottobre. Una mossa volta a frenare l’elevata inflazione ma che si ripercuoterà sui mutui e prestiti di imprese e famiglie. E’ questa una delle conseguenze più immediate per i cittadini: il tasso dei nuovi prestiti è destinato a salire, scoraggiando i nuovi acquisti di case e deprimendo il mercato degli immobili. Secondo Bankitalia, a ottobre i tassi sui nuovi mutui sono già saliti al 3,23%.
Il portale Facile.it fa un calcolo dell’aumento prendendo in considerazione un mutuo da 126 mila euro a 25 anni, stipulato a gennaio 2022, con un loan-to-value (valore del finanziamento rispetto all’immobile in garanzia) del 70%. Il nuovo aumento dei tassi della Bce di 50 punti base produrrà nei prossimi mesi un aumento delle rate dei mutui variabili, con rincari di quasi 35 euro al mese per un finanziamento medio e un aggravio che sale a circa 180 euro dall’inizio dell’anno (+39%).
Codacons: mazzata per le famiglie con mutui a tasso variabile
Un allarme arriva anche dai consumatori. “L’aumento dei tassi d’interesse di 50 punti base deciso dalla Bce rappresenta una mazzata per le famiglie italiane che hanno acceso un mutuo a tasso variabile” ha affermato il Codacons, che fornisce le stime sugli effetti della decisione della Bce sulle tasche degli italiani. Si legge nella nota del Codacons:
“Occorrerà attendere le prossime settimane per capire come il mercato risponderà al rialzo dei tassi. Negli ultimi giorni l’Euribor, indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, si è attestato attorno all’1,6% per quello a 1 mese, 2% quello a 3 mesi: se l’aumento deciso dalla Bce dovesse essere traslato interamente sul mercato, l’Euribor salirebbe a quota 2,1% (quello a 1 mese), 2,5% quello a 3 mesi”.
Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125 mila e i 150 mila euro, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, la rata mensile salirebbe quindi tra i 30 e i 40 euro, analizza il Codacons. Se però si considerano tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea negli ultimi mesi, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile salirebbe complessivamente tra i 150 e i 190 euro rispetto a quanto pagato nel 2021, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +1.800 e +2.280 euro all’anno. Il presidente Carlo Rienzi commenta:
“L’incremento del costo dei finanziamenti si aggiunge così al caro-bollette e all’emergenza prezzi, aggravando ulteriormente i conti degli italiani: ciò apre un altro pericoloso fronte, quello dei ritardi nei pagamenti delle rate da parte delle famiglie in difficoltà, schiacciate dall’emergenza energia, da un’inflazione alle stelle e ora anche da mutui sempre più cari e difficili da pagare”.