ROMA (WSI) – Lo spread più basso sembra non aver ancora portato i benefici sperati per i titolari di un mutuo. Anzi, denuncia Adusbef, i finanziamenti per la casa in Italia costano più che in Europa. Il differenziale fra il tasso dei mutui italiani e quelli del resto d’Europa è passato da +124 di luglio 2012 a +119 di dicembre, ma la rata non ha seguito lo stesso andamento.
Adusbef ha elaborato gli ultimi dati Bankitalia e Bce relativi all’ultimo mese del 2012, e ha calcolato che un finanziamento trentennale di 100 mila euro costa ai cittadini italiani 69 euro in più al mese, quindi 828 all’anno, in più rispetto ai colleghi europei. Lo stesso mutuo, alla scadenza, sarà pesato sull’italiano 24.840 euro in più.
I toni dell’Associazione dei consumatori sono molto aspri: per Adusbef si tratta di un “ingiustificato saccheggio, vero e proprio furto con destrezza”, che si andrebbe ad aggiungere alle pratiche commerciali scorrette sulle polizze e i conti correnti abbinati ai mutui che molti istituti continuerebbero a proporre alla clientela.
I tassi medi offerti dalle banche si collocano fra il 3 e il 4,5% per i mutui a tasso variabile, e fra il 5,2 e il 6,8% per quelli a tasso fisso. La situazione non migliora se ci si sposta a considerare il credito al consumo: un prestito di 30 mila euro da rimborsare in 10 anni costa in media 23 euro in più al mese se confrontato con gli analoghi europei.
Comparando il differenziale di dicembre 2012 con quello dell’anno precedente, si scopre un incremento notevole sia nel settore mutui che fra i prestiti. Se a novembre 2011 questi si collocavano rispettivamente a +67 e +84, due mesi fa viaggiavano invece a +119 e +152.
L’accusa di Adusbef si rivolge alle banche, ma anche agli organismi di vigilanza che – stando all’Associazione – consentirebbero agli istituti di applicare spread altissimi senza alcuna giustificazione. Le banche “continuano, col concorso del controllore, a saccheggiare le famiglie”.
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