Società

Mutui meno cari, ora Gen Z torna a guardare con interesse all’acquisto della prima casa

La nuova sforbiciata dei tassi da parte della BCE, la terza di fila da giugno, invoglia gli italiani a sottoscrivere un mutuo per l’acquisto della prima casa. Lo rileva una nuovo sondaggio Changes Unipol, elaborata da Ipsos, che rileva le reazioni e le opinioni degli italiani dopo che l’istituto di Francoforte ha dato un nuovo taglio al costo del denaro.

L’indagine è stata realizzata presso un campione rappresentativo della popolazione nazionale di età 16-74 anni (oltre 44 milioni di
individui) e dei residenti nelle principali Aree Metropolitane (oltre 13 milioni di individui), secondo genere, età, area geografica, ampiezza centro, titolo di studio, tenore di vita, professione e nucleo familiare.

L’impatto del calo dei tassi su finanziamenti e mutui

Entrando nel dettaglio dei risultati del sondaggio, il 34% degli italiani in cerca della casa ritiene che il taglio dei tassi da parte della BCE rappresenti un incentivo alla sottoscrizione di un mutuo soprattutto per la prima casa. Minor impatto, invece, sui  progetti relativi alle seconde case (16%) e alle ristrutturazioni (21%).

In particolare, il taglio dei tassi rappresenta un importante incentivo a ricorrere al mutuo prima casa soprattutto tra i giovani della Gen Z che hanno il progetto casa (51%). Per l’acquisto della seconda abitazione, invece, i più motivati sono Gen X (21%) e Baby Boomer (23%), mentre per la ristrutturazione, Gen Z (32%) e Gen X (27%).

I Millennial sono, invece, i più propensi a rinegoziare il mutuo (47% rispetto a una media nazionale del 38%). Più scettici, invece, Gen Z (34%) e Baby Boomer (27%), molti dei quali, però, hanno già rinegoziato in passato. A livello di percentuale, il taglio dei tassi ulteriore desiderato è, in media, del 2,6%. 1 su 5 tra Millenial, Gen X e Baby Boomer desidera, però, un ulteriore taglio di oltre il 2%.

L’analisi evidenzia come per 6 italiani su 10 il tasso di interesse ritenuto poco conveniente determina la decisione di rimandare la sottoscrizione di un mutuo, soprattutto tra i Baby Boomer (65%). Al contrario la Gen Z (48%), più delle altre, non è disposta ad aspettare.

Mutui degli italiani: caratteristiche

Sempre parlando di mutui, il sondaggio Unipol rileva poi che quattro italiani su dieci vivono in una famiglia con un mutuo attivo. Percentuali più elevate tra Millennial e Gen Z (dove la percentuale sfiora il 50%), ma anche tra i Baby Boomer è il 20% ad avere ancora un mutuo attivo (per prima o seconda casa o per ristrutturazione).

Per quanto riguarda la tipologia di mutuo attivo, tra i Millennial 1 su 3 lo ha per l’acquisto della prima casa (intestato a sé o a un familiare). Al contrario, sono soprattutto i giovani della Gen Z ad avere (o vivere in famiglie con) mutui per seconde case e ristrutturazioni. Tra i Boomer è più elevata la percentuale di quanti non hanno mai aperto mutui nella vita.

L’età differenzia molto il tasso di chi ha un mutuo attivo: 6 giovani Gen Z su 10 hanno il variabile/con CAP; tra i Boomer sono 3 su 10 (hanno mutui più vecchi). Il tasso variabile con CAP sull’indice di riferimento è molto più diffuso tra i giovani (quasi 1 su 3 della Gen Z). Il tasso fisso è, invece, più presente tra i Baby Boomer e i Millennial e, in misura minore, tra la Generazione X.

Italiani insoddisfatti delle condizioni del mutuo

In generale, tra gli italiani che hanno già sottoscritto un mutuo, il 35% risulta insoddisfatto delle condizioni economiche, mentre solo circa 1 su 2 (56%) è soddisfatto. Tra chi ha un tasso fisso, principalmente mutui di vecchia data, il 74% è soddisfatto delle condizioni economiche, a fronte di solo il 4 su 10 di chi lo ha variabile (e il 25% di loro è molto insoddisfatto). A livello generazionale sono i Millennial i meno contenti: meno di 1 su 2 esprime, infatti, soddisfazione. Più contenti, invece,Gen X e Baby Boomer (circa 2 su 3).

Dallo studio emerge come quasi 1 italiano su 2 dichiari di aver avuto problemi a fronteggiare almeno una rata del mutuo. Le difficoltà sono legate principalmente a motivi economici: aumento del costo della vita (soprattutto per il 54% dei Boomers) e spese impreviste (per il 42% della Gen X) in primis.

Baby Boomer e Gen X sono, quindi, maggiormente colpiti dai problemi di natura economica, mentre Millennial e Gen Z da quelli di natura personale, quali problemi di salute che hanno portato a spese mediche o perdita di reddito (25% dei Millenial) e separazione o divorzio (12% della Gen Z).