Economia

Mutui, perché al sud sono più cari?

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Regioni che vai, mutui che trovi. Lo certifica una ricerca di Fabi, il sindacato dei bancari, diffusa il 29 luglio scorso. Lo studio infatti attesta una sorta di “questione meridionale” anche sul fronte dei mutui. Vediamolo nel dettaglio.

La “questione meridionale” dei mutui

Lo studio di Fabi nota anzitutto che i tassi d’interesse sui mutui sono maggiori in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia (4,18%) e quelle che risiedono in Sardegna e Sicilia (4,23%) rispetto alla media nazionale del 4,1%. Decisamente migliori le condizioni nel nord Italia: 4,09% nel Nord Ovest (Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta) e 3,99% nel Nord Est (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto). Si sono registrati in centro Italia (Lazio, Marche, Toscana e Umbria) gli aumenti più significativi negli ultimi 2 anni, con uno spread di 251 punti. La tabella sotto riepiloga la situazione nelle diverse aree geografiche italiane.

I recenti rialzi dei tassi da parte della Bce hanno poi penalizzato maggiormente il centro Italia e il nord ovest, dove il differenziale sui tassi ha toccato rispettivamente i 35 e 38 punti base.

Le cause del differenziale di tasso d’interesse

La causa principale del differenziale dei tassi d’interesse è il differenziale di Pil tra nord e sud Italia. Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, spiega:

“Il Sud e le Isole sono, purtroppo, più indietro economicamente rispetto al Nord. I numeri dei fallimenti di imprese o di difficoltà economica sono numericamente più rilevanti e le famiglie faticano a pagare le rate dei prestiti e dei mutui. Per le banche il fattore rischio quindi è maggiore, anche se in questi ultimi tempi c’è più disponibilità da parte degli istituti di credito e più sensibilità rispetto a prima ai problemi di famiglie e imprese”.