ROMA (WSI) – In Italia non è certamente diffuso come le sigarette, ma si può trovare in alcuni locali e chi va in alcuni Paesi africani o orientali può acquistarne uno da tenere in casa. È il narghilè, o pipa ad acqua, spesso considerato un modo di fumare più «sano» rispetto alle sigarette. Così non è, e lo ribadisce una revisione di studio firmata da ricercatori della Universidad Anahuac di Huixquilucan, in Messico, pubblicata sulla rivista Respiratory Medicine con il titolo «Hookah, is it really harmless?» (narghilè, è davvero innocuo?).
Il narghilè determina per la salute gli stessi rischi di ogni altro modo di consumare tabacco, a partire dalla dipendenza. Nelle urine di chi ne fa uso tutti i giorni sono stati trovati livelli di metaboliti della nicotina equivalenti a quelli di una persona che fuma 10 sigarette al giorno, sufficienti a dare dipendenza. Inoltre alcune ricerche hanno legato il narghilè agli stessi tumori e problemi respiratori delle sigarette (bronchite cronica, tumori al polmone, alla bocca, alla prostata, disturbi cardiovascolari), con in più il rischio di trasmissione di herpes ed epatite C dovuto alla condivisione del dispositivo. Per non parlare del rischio di avvelenamento da monossido di carbonio. «Il narghilè spesso è visto come una forma di uso del tabacco più socialmente accettabile – spiega Ruben Blachman-Braun, uno degli autori -, ma non dovrebbe essere considerata un’alternativa più salutare». Tanto più che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità chi usa il narghilè lo fa in genere per un tempo che va dai 20 agli 80 minuti, e in questo lasso di tempo è possibile inalare un quantitativo di fumo equivalente a quello di cento sigarette.
Il narghilè, chiamato anche «shisha» o «hookah», produce il fumo grazie a un contenitore d’acqua, spesso profumata, al cui interno viene fatta passare una spirale che consente al fumo di raffreddarsi prima di giungere alla bocca del fumatore attraverso un tubicino flessibile. «È proprio il sapore profumato del tabacco usato nei narghilè che lo rende uno strumento attraente e alla moda per i ragazzi – sottolinea Tracey Barnett dell’Università della Florida interpellata dalla Reuters -, che in questo modo credono falsamente che sia meno dannoso rispetto alle sigarette. Ma l’acqua non filtra nessuna delle tossine presenti nel tabacco».
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