(9Colonne) – Zurigo, 19 set – Trova adesioni il progetto lanciato dalle Nazioni Unite e dalla Banca mondiale per aiutare i paesi in via di sviluppo a recuperare i capitali rubati da uomini di Stato corrotti. La fuga di capitali provenienti da attività criminali, corruzione o evasione fiscale è stimata tra i 1000 e i 1600 miliardi di dollari l’anno. Nei paesi in via di sviluppo, ogni anno da 20 a 40 miliardi di dollari vengono trasferiti illegalmente oltre frontiera. Questi capitali, sottratti da leader politici corrotti alle casse pubbliche, corrispondono al 20 – 40% dei fondi per l’aiuto allo sviluppo che i paesi più poveri ricevono dall’estero. Secondo la Banca mondiale (Bm) e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc), la lotta contro la corruzione e la fuga di capitali può essere vinta soltanto con un approccio internazionale. Per contrastare questo fenomeno i due organismi internazionali hanno deciso di lanciare il progetto “Stolen Assets Recovery Initiative” (Star), che mira a coinvolgere il maggior numero di paesi. “Questa iniziativa favorirà la necessaria cooperazione fra paesi industrializzati e in via di sviluppo come pure fra settore pubblico e privato per fare in modo che gli averi rubati siano restituiti ai legittimi proprietari”, ha spiegato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon a cui fa eco il presidente della Banca mondiale Robert Zoellick che dice:”Per coloro che derubano i poveri non dovrebbe esistere più alcun rifugio”. Rallegrandosi per questa iniziativa, le autorità svizzere hanno annunciato ieri di voler offrire la loro collaborazione. Il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae), in un comunicato, ha ricordato che la Svizzera ha restituito negli ultimi anni ai paesi d’origine circa 1,6 miliardi di dollari illecitamente sottratti alle loro casse pubbliche. “Essere associati ai miliardi di dollari rubati da leader corrotti nei paesi poveri, – ha dichiarato Robert Zoellick – può solo nuocere alla reputazione dei governi e dei principali istituti finanziari”.
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