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Nasdaq: cosa dice l’analisi tecnica dopo il crollo di Netflix

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Il sentiment di mercato si è inasprito durante la seduta  di giovedì. I futures su Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq 100 sono scesi rispettivamente dell’1,05%, dell’1,46% e dell’1,97%. Il Nasdaq 100 che come sappiamo è orientato al settore tecnologico è ora in rotta per la terza settimana consecutiva al ribasso, la peggiore serie da maggio 2021.

Gran parte dell’attenzione si è concentrata sulla Federal Reserve. Il commento hawkish del presidente Jerome Powell ha continuato a spingere i rendimenti del Tesoro al rialzo. Ha inoltre confermato la possibilità di un aumento del tasso di 50 punti base per maggio, offrendo ulteriore supporto per un inasprimento aggressivo nei prossimi incontri. Gli operatori stanno ora scommettendo sempre più su un terzo aumento di 50 punti base a luglio in un contesto che vede l’inflazione ai massimi da 40 anni.

Il Treasury a 2 anni è salito a 2,7259, sovraperformando di recente i rendimenti a lungo termine. Ciò ha riportato la curva 10/2 anni verso il territorio di inversione, che lascia presagire l’arrivo di una recessione. L’orientamento alla crescita ha subito crescenti pressioni negli ultimi tempi. Nonostante gli utili stellari, le azioni Tesla hanno perso gran parte del gap al rialzo visto all’apertura di giovedì.

Analisi Nasdaq 100

Grafico giornaliero Nasdaq 100 - Tradingview
[/media-credit] Grafico giornaliero Nasdaq 100 – Tradingview

Detto questo, la mancanza di guadagni dal servizio di streaming di Netflix ha suscitato seria preoccupazione e ha messo il Nasdaq 100 in una posizione precaria. Con i rialzisti incapaci di capitalizzare il messaggio positivo di un titolo con capitalizzazione di mercato molto più ampia (Tesla), suggerisce che non c’è tanta forza rialzista per ricaricare un trend rialzista più ampio.

Dal 12 aprile l’indice era bloccato in un range tra il massimo a 14.300 e il minimo, nonché livello di supporto importante, a quota 13.750. Il minimo è stato violato nella sessione Asia-pacifica, senza subire grossi movimenti nella mattinata. Questo apre la possibilità, sul breve termine, di una continuazione ribassista fino all’area a 13.300 – 13.000 punti.

Se anche tale zona non dovesse reggere alla pressione ribassista, si andrebbe a confermare ulteriormente il trend di medio periodo, e con la violazione del minimo a 13.000 punti, il target successivo è a 12.350.

Il driver principale, al momento, continua ad essere la situazione macroeconomica mondiale. Una visione rialzista continua a non essere esclusa, con l’indice che potrebbe ritracciare fino al supporto in zona 13.300 – 13.000 e subire un nuovo drive al rialzo, rompendo il massimo del range a 14.300 e puntando come primo target la resistenza a 14.500 e successivamente il livello a 15.250 punti.

La rottura di quest’ultimo massimo darebbe molta fiducia e chiarezza per una possibile ripresa rialzista, che potrebbe puntare come prima zona di target l’area tra 16.000 – 15.650 punti.