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NASDAQ, CROLLA O RIMBALZA ?

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(nota: l’articolo che segue era stato redatto alle 1:00 ora di New York di venerdi’ 14 aprile).

Gli operatori di mercato e gli investitori guardano oggi con terrore al tabellone elettronico del Nasdaq. L’indice, che solo lo scorso 10 marzo aveva raggiunto il suo record storico a quota 5.048 punti, continua a volare in caduta libera dopo aver bruciato tutti i guadagni dell’anno.

Subito dopo meta’ giornata anche la soglia psicologica dei 3.400 punti intraday e’ stata sfondata sotto il peso di una valanga di ordini di vendita che ha mietuto vittime su tutto il listino, senza guardare in faccia ne’ ai fondamentali ne’ alle belle speranze dell’high-tech.

Agli analisti fedeli ai criteri della “vecchia economia”, scansati come uccelli di malaugurio sino a qualche settimana fa, quando parlavano di bolla speculativa, viene chiesto ora di indicare a che punto si fermera’ la caduta nel baratro.

“Niente panico, si tratta di una normale correzione”, e’ la risposta che arriva dai maghi dell’analisi tecnica, gli specialisti che utilizzando arcani modelli matematici, misurando le bande di oscillazione e il calcolo delle probabilita’, cercano di prevedere gli andamenti del mercato.

“Certo, se guardiamo solo al mese di marzo, siamo di fronte a un vero e proprio crash – spiega Robin Griffiths di HSBC Securities – ma bisogna guardare il quadro complessivo: alla fine di ottobre dello scorso anno il Nasdaq era a quota 2.900 punti, non tutto e’ andato perduto”.

La chiusura di oggi, secondo molti operatori, sara’ fondamentale per capire quale sara’ l’epilogo di questa drammatica fase di correzione. La prima soglia di resistenza viene individuata a quota 3.649 punti; se questa sera il Nasdaq riuscira’ a non cadere al di sotto, dalla prossima settimana l’indice potrebbe invertire la marcia e imboccare la strada del recupero.

Ma se il Nasdaq dovesse chiudere sotto i 3.649 punti, la caduta potrebbe continuare sino a 3.494 punti, dove viene individuata l’ultima rete di sicurezza, che corrisponde alla media mobile dell’indice, calcolata sugli ultimi 200 giorni.

Secondo Bruno DiGiorgi, capo dei ricercatori di Lowry’s Report, gli investitori faranno bene a sperare che quest’ultima soglia di guardia non venga superata. Altrimenti non ci saranno piu’ freni e l’emorragia continuera’, magari sino a quota 2.800 punti.

“Quello che e’ accaduto al Nasdaq negli ultimi due anni e’ utopia – commenta un investitore – Benvenuti nella realta’”.

Di seguito le dieci piu’ forti perdite del Nasdaq ai valori di chiusura in termini percentuali:

19 OTT 1987 – 11,4%

20 OTT 1987 – 9,0%

26 OTT 1987 – 9,0%

31 AGO 1998 – 8,6%

03 APR 2000 – 7,6%

12 APR 2000 – 7,1%

27 OTT 1997 – 7,0%

27 MAR 1980 – 6,2%

10 APR 2000 – 5,8%

19 APR 1999 – 5,6%