Grazie al gran denaro sui titoli tecnologici, l’indice Nasdaq ha toccato la scorsa settimana un altro record storico. Nelle cinque sedute di borsa appena archiviate, l’indice e’ salito del 3,8%, cioe’ 119 punti, a quota 3.221, lasciando decisamente in ombra gli altri due indici principali, Standard & Poor’s 500 e Dow Jones.
Lo S&P 500 ha guadagnato solo 26 punti, cioe’ l’1,9%, finendo la settimana a quota 1396. E nonostante un poderoso rally di 173 punti nell’ultima seduta, venerdi’, il Dow Jones Industrials ha chiuso in rialzo di appena 65 punti, cioe’ lo 0,6%, a 10.769.
Tutti i tre gli indici hanno beneficiato delle notizie dal fronte macroeconomico, che hanno calmato i timori serpeggianti tra gli investitori di una ripresa dell’inflazione; cio’ ha fatto scendere i tassi d’interesse di mercato e ha spinto ai massimi, in borsa, tutti i titoli del settore finanziario. Si sono insomma rafforzate le speranze che il Federal Open Market Committee della Fed non alzera’ i tassi d’interesse, martedi’ prossimo, 16 novembre. E anche nel caso il board di governatori presieduto da Alan Greenspan decidesse di aumentare i tassi di 1/4 di punto, il mercato sa che eventualmente si tratterebbe dell’ultimo ritocco alla politica monetaria Usa per lungo tempo.
E’ proprio questo scenario cosi’ favorevole alle azioni, che ha consentito al Nasdaq di mettere a segno un rialzo – davvero sensazionale – del 46,9% quest’anno. E l’anno scorso l’indice aveva gia’ guadagnato un incredibile + 57%. Totale: un raddoppio in meno di 23 mesi.
Il rialzo viene spiegato a Wall Street con il fatto che sull’indice Nasdaq i titoli tecnologici pesano per il 71%. Tanto per fare un paragone molto semplice, secondo quanto fa notare l’analista della Merrill Lynch Steve Kim, l’indice Standard Poor’s 500, dove la componente tecnologica ”pesa” per appena un quarto del totale, cioe’ il 25%, e’ su da gennaio di appena il 13,6%.
Una fotografia ancora piu’ accurata del comparto piu’ ”caldo” della borsa americana viene dall’analisi di un altro indicatore, il Merrill Lynch Technology 100 Index: e’ su dell’80% dall’inizio dell’anno. Le top 3 di questo gruppo sono: Qualcomm (QCOM, vedi quotazioni interattive e articolo WSI), l’azienda di tecnologia per telefonia cellulare, il cui titolo e’ esploso con un + 1.369% dall’inizio dell’anno; Real Networks, (vedi RNWK) azienda che produce software per scaricare video e audio da internet, in crescita del 657%; al terzo posto JDS Uniphase (vedi JDSU), attiva nei prodotti per il mercato delle telecomunicazioni in fibra ottica, che ha messo a segno un balzo in avanti del 448%.
C’e’ tuttavia un’altra faccia della medaglia, utile a non presentare sempre in modo sensazionalistico gli eventi di borsa. Ci pare giusto mettere in evidenza che, nonostante le vette raggiunte, e al di la’ del clamore suscitato dalle performance di cui sopra, il Nasdaq soffre in realta’ degli stessi sintomi negativi gia’ sperimentati dall’indice Standard & Poor’s 500. La malattia si chiama, in sostanza, mancata partecipazione al rialzo di tutte le componenti dell’indice.
Sempre secondo la Merrill Lynch, dei 3.900 titoli facenti parte del Nasdaq, il 47,1% e’ in crescita dall’inizio dell’anno, ma la maggioranza, il 52,2%, e’ in calo. Si tratta di un dato non molto diverso da cio’ che si verifica nell’ambito dell’indice S&P 500, dove il 47,4% dei titoli mostra il segno positivo da gennaio, mentre il 52,4% sono in ribasso; cosi’ come al New York Stock Exchange, dove il 39,2% delle azioni e’ al di sopra dei prezzi di gennaio, rispetto al 60,1% in calo.