Economia

Natixis, spettro conflitti d’interesse su fondo H2o

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Il titolo Natixis, all’indomani dell’allarme di Morningstar e di una seduta negativa del 12%, continua a perdere quota nel trading di venerdì 21 giugno: attualmente le azioni della banca d’affari cedono il 4,45% a 3,32 euro.

Sotto la lente degli investitori era finita una componente illiquida del portafoglio del fondo H2o Allegro. Questa fetta, è bene precisarlo appare non sufficientemente grande per generale un tale allarme: del 7,35% del portafoglio investito in bond aziendali (febbraio 2019) il 4,2% risulta legato a titoli illiquidi emessi da società riconducibili ad un unico imprenditore tedesco, Lars Windhorst.

“In termini assoluti, si tratta di una piccola fetta non pensiamo ci possano essere rischi immediati sulle performance del fondo”, aveva scritto Mara Dobrescu, responsabile della ricerca sulle strategie obbligazionarie di Morningstar Europe, “tuttavia, il fatto che siano concentrati in aziende che fanno capo a un solo individuo ci preoccupa”.

La situazione ha sollevato l’ipotesi di un possibile conflitto d’interesse da parte dell’ad di H2o, Bruno Crastes, che lo scorso maggio era entrato nel comitato consultivo di una delle società finanziarie dello stesso Windhorst, Tennor Holding.

Crastes ha respinto le accuse, sostenendo che l’esposizione aggregata alle attività illiquide è limitata “tra il 5% e il 10%” tra i fondi Allegro, Adagio e MultiBonds. “Sottolineiamo ai nostri investitori che la liquidità non è un problema in questi fondi: le sottoscrizioni e i rimborsi vengono sempre regolati in tempo reale”, ha aggiunto l’ad. Quanto ai rapporti con Windhorst, la società non ha smentito, ma rivendicato il fatto che l’imprenditore si sarebbe dimostrato “un partner commerciale affidabile” negli ultimi quattro anni.

I fondi H2o hanno raccolto grandi consensi lo scorso anno, sulla base di performance controtendenza, anche presso gli investitori italiani. Dei 30 miliardi di euro in gestione dalla società del gruppo Natixis buona parte della provenienza è ascrivibile agli intermediari italiani, scrive Il Sole 24 Ore, in virtù degli accordi di distribuzione con Azimut, Banca Generali , Bper, Bnl Bnp Paribas, Fineco e molti altri. Il solo fondo H2o Allegro, oggetto delle critiche nelle ultime ore, aveva raggiunto 1,4 miliardi di euro di asset in gestione.