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Nel 2024 ritorno al risparmio gestito. Come orientarsi secondo Banca Generali

Il contesto di mercato sta rimettendo in luce il valore della gestione attiva, sia in termini di asset allocation che rispetto alle singole asset class, un valore che torna a riflettersi nei dati sulla raccolta gestita delle reti di consulenti finanziari. Luigi Tommaso Capezzone di Banca Generali spiega le ragioni di questo ritorno di fiamma e come orientarsi

L’inizio del 2024 sta mostrando un positivo ritorno degli investitori verso le soluzioni di risparmio gestito, dopo un 2023 difficile, secondo quanto mostrato dai dati di raccolta delle banche-rete italiane. Tra i migliori risultati c’è quello di Banca Generali, che a febbraio ha registrato un flusso di 404 milioni di euro (503 milioni da inizio anno) nei prodotti e servizi di investimento, un dato che la colloca in prima fila tra le big del settore.

Risparmio gestito, i motivi della ripresa

Quali sono le ragioni di questo cambio di rotta e come consulenti e clienti possono orientarsi per scegliere le migliori soluzioni in un universo vasto e variegato come quello dei fondi d’investimento? Ne abbiamo parlato con Luigi Tommaso Capezzone, responsabile delle strategie di investimento e dei prodotti di risparmio gestito di Banca Generali, che indica la risposta nel valore sempre più attuale della gestione attiva, intesa da un lato come capacità di costruire e adattare strategicamente e tatticamente l’asset allocation e, sulle singole asset class, nella gestione dell’esposizione per permettere davvero di estrarre valore generando Alpha.

Negli ultimi 10 anni, grazie ai tassi molto bassi, gli investitori spesso sono riusciti a estrarre valore anche solo posizionandosi in modo passivo sul mercato. Una situazione che è cambiata con gli shock degli ultimi anni, dal Covid in poi, che hanno portato prima a nuove massicce iniezioni di liquidità e poi a una forte inflazione.

Oggi ci troviamo in un contesto di mercato molto più volatile, diverso, caratterizzato da deglobalizzazione ed un chiaro trend di decarbonizzazione. Questo rende la gestione dell’inflazione da parte delle banche centrali più complessa del previsto: alla fine dello scorso anno molti pensavano avremmo assistito ai primi tagli dei tassi già nel Q2 2024, oggi il mercato prezza tagli di Fed e Bce solo nel secondo semestre dell’anno. Se consideriamo anche le tensioni geopolitiche e le elezioni europee e soprattutto in Usa di quest’anno, il quadro economico si fa ancora più incerto e volatile”, spiega Capezzone. Tutto questo “porta ad un contesto in cui non si può più essere esposti solo in maniera passiva al mercato, per proteggere il patrimonio e generare un livello di rendimento positivo in termini di tassi reali”.

Le correlazioni tra azioni e obbligazioni

Un altro fattore che rafforza la necessità di una gestione attiva è la forte correlazione positiva che si sta registrando negli ultimi anni tra le asset class principali: azionario e obbligazionario. Quando c’è un rialzo, a guadagnare sono entrambe le asset class, quando invece c’è un ribasso, scendono entrambi.

Il 2022 ed il 2023, sono stati caratterizzati da un fenomeno di correlazione positiva sempre più marcato, come spesso accade in contesti in cui l’inflazione è superiore al 2%: questo ha mostrato tutti i limiti di un classico portafoglio 60/40”, spiega Capezzone, sottolineando come “E’ in contesti come questi che, per i risparmiatori, avere alle spalle un soggetto qualificato e con un solido track record, in grado di gestire attivamente l’asset allocation di portafoglio sia strategicamente che tatticamente e selezionare fra le migliori eccellenze del mercato i singoli building blocks che vanno a comporlo è fondamentale, anche per aggiungere componenti alternative e decorrelate che permettono di migliorare il profilo di ritorno atteso dei portafogli minimizzando volatilità ed drawdown attesi

Per farlo serve avere a disposizione i migliori strumenti in termini di advisory finanziaria, gestioni patrimoniali e fondi. Proprio con riferimento al mondo dei fondi, essendo l’universo dei prodotti molto ampio e variegato, Banca Generali mette a disposizione di clienti e consulenti Lux Im Sicav, la piattaforma di fondi all’interno della quale, utilizzando il meccanismo delle deleghe di gestione, sono stati lanciati numerosi fondi da distribuire alla clientela.

Eccellenza gestionale, capacità di generare overperformance ed elevata qualità del servizio sono i cardini sui quali abbiamo impostato Lux Im perché sia il luogo dove poter trovare le migliori capabilities gestionali dei principali asset manager globali: strategie di investimento gestite attivamente con lo scopo di sovraperformare il mercato ed estrarre alpha per i nostri clienti. Quella di Lux IM è una struttura a ‘building blocks’ che dà ai consulenti finanziari la possibilità di costruire i portafogli dei clienti e monitorarli attentamente nel tempo beneficiando delle migliori eccellenze gestionali presenti sul mercato”, spiega Capezzone.

Questo lavoro di selezione e monitoraggio è continuo, per permettere di offrire ai clienti strumenti sempre adatti al contesto di mercato che navigano. È il caso, in questa fase, delle strategie obbligazionarie ed alternative. “In questo mercato così correlato e volatile, sarà sempre più importante avere a disposizione strategie decorrelate” e per questo, anticipa Capezzone, “stiamo lavorando per rafforzare la nostra gamma Lux Im con oltre una dozzina di nuovi comparti nel segmento degli alternativi e dell’obbligazionario.

“Nell’ambito di LUX IM, va anche sottolineata” continua Capezzone “la nostra forte expertise interna nella gestione azionaria. I nostri fondi LUX IM Flexible Equities, LUX IM World Equities, LUX IM AI & Data, LUX IM Innovation strategy, LUX IM Consumer tech e LUX IM Medtech sono infatti prevalentemente primo quartile YTD, ad 1 e 3 anni.”