Tassare le cassette di sicurezza per far cassa. L’idea è venuta al vicepremier Matteo Salvini durante la trasmissione televisiva Porta a Porta su Rai Uno.
In Italia ci sono decine, forse centinaia di miliardi fermi nelle cassette di sicurezza. Noi possiamo rimetterli in circuito. Posso farmi pagare un’imposta, se sono soldi frutto di guadagni lecitamente ottenuti, e consentire di usarli nuovamente? Sono soldi nascosti ma l’Italia è piena di soldi tenuti sotto il materasso.
Gli italiani certo usano le cassette di sicurezza – costose quando si prevede anche l’assicurazione contro eventuali furti – per mettersi al riparo da un’eventuale patrimoniale. Come spiega Il Corriere della Sera, “chi tiene nelle cassette di sicurezza del denaro potrebbe dichiararlo al fisco e, pagando una certa percentuale — quella che circola è del 15%, come la flat tax — farlo pienamente riemergere”.
Secondo Salvini “serve una pace fiscale per far emergere il denaro contante depositato nelle cassette di sicurezza, fermo: chi lo possiede avrà il diritto di utilizzarlo, e lo Stato incasserebbe miliardi da reinvestire per la crescita”. Di per sé però l’idea dell’emersione del contante non sarebbe proprio una novità.
Già nella voluntary disclosure del 2017 nel governo Renzi era prevista la possibilità di dichiarare i valori nascosti nelle cassette di sicurezza ma poi dopo le varie polemiche si ripiegò sul normale calcolo delle somme emerse nei redditi soggetti alle normali aliquote Irpef, progressive per fasce di reddito.