Le aziende britanniche fanno sempre più fatica a reclutare personale per le loro aziende. È il risultato delle norme più severe sull’immigrazione post-Brexit, che hanno provocato un vero e proprio crollo del numero di cittadini UE in cerca di lavoro in Gran Bretagna.
Secondo i dati del sito web per le offerte di lavoro Indeed, nel mese di maggio le ricerche di lavoro da parte di cittadini europei nel Regno Unito sono diminuite del 36% rispetto ai livelli medi del 2019. I lavori a bassa retribuzione nell’ospitalità, nel settore dell’assistenza e nei magazzini hanno registrato cali fino al 41% .
La situazione appare sempre più complessa alla luce delle riaperture delle attività nei luoghi di ospitalità e i punti vendita, dopo l’emergenza pandemica. Imprenditori e manager hanno avvertito che la mancanza di lavoratori stranieri non solo rischia di frenare la ripresa economica del Regno Unito ma potrebbe causare un innalzamento dei prezzi per beni e servizi, in quanto la carenza di personale li costringerà a offrire salari elevati per attirare nuove reclute.
Tim Martin, capo di JD Wetherspoon, tra i sostenitori della Brexit, ha invitato il governo a lanciare un programma di visti per i lavoratori dell’UE per aiutare i pub e i ristoranti a reclutare più personale.
Si stima che, ad oggi, sono circa 1,3 milioni di lavoratori non britannici ad aver lasciato il Regno Unito dalla fine del 2019. Molti sono tornati nel loro paese di origine durante l’emergenza pandemica. I controlli in corso sui viaggi e il rischio per la salute pubblica continuano a scoraggiare alcuni lavoratori stranieri, ma Indeed è convinta che anche la Brexit abbia avuto un ruolo fondamentale.
Post-Brexit: pochi giorni per mettersi in regola
Intanto è partito il conto alla rovescia per il 30 giugno, scadenza del periodo di grazia concesso ai cittadini Ue per presentare la domanda per il settled status, la residenza permanente nel Regno Unito.
Per ottenerla è necessario dimostrare di aver vissuto in Gran Bretagna in via continuativa per almeno cinque anni. Coloro che non soddisfano questo requisito potranno chiedere la residenza provvisoria. Chi non avrà ottenuto uno dei due status entro la fine di giugno risulterà residente illegalmente.
Dopo il 30 giugno, i cittadini europei, e quindi anche italiani, che vogliono vivere e lavorare in Gran Bretagna dovranno fare richiesta attraverso il sistema di immigrazione post-Brexit. Secondo i dati diffusi dall’Home Office oltre 5,4 milioni di persone hanno fatto domanda negli ultimi due anni. Il 53% ha ottenuto lo status di residente, il 44% ha ottenuto un “pre-settled status” che dura cinque anni e può essere trasformato nel permesso definitivo.