ROMA (WSI) – Al quartier generale di Cassa depositi e presiti tutto è pronto per la svolta. Ma fuori dalle mura della sede di Cdp Reti non vola una mosca.
Nell’indifferenza generale il veicolo statale sta cambiando assetto, dando il benvenuto alla Cina, che aveva sancito l’accordo a luglio di quest’anno, e a una trentina di fondazioni bancarie.
Una volta messa la firma, verrà ufficializzato l’ingresso di State Grid Corporation con il 35% in cambio di 2,1 miliardi di euro e di 34 Fondazioni, che verseranno 174 milioni rilevando il 3%, come spiega Il Messaggero.
Si va verso il closing di un’operazione iniziata in estate che rappresenta l’investimento più importante realizzato da un’azienda cinese in Italia e del più importante in Europa, e il decimo al mondo, in una società finanziaria non quotata.
La cordata delle Fondazioni è capitanata da Fondazione Cassa di Modena, Fondazione Cassa di Biella e Compagnia Sanpaolo, cui spetteranno partecipazioni in percentuale superiori a quelle delle altre.
Gli enti rileveranno i titoli a un prezzo di 25.000 euro l’uno. Non è previsto che gli enti abbiano posti in Cda. Alla firma sono attesi i vertici guidati dal leader dell’Acri, Giuseppe Guzzetti.
Stupisce che non ci sia stato nemmeno un dibattito pubblico sulla calda questione. In fondo si tratta della vendita per più di due miliardi di euro, per un investimento di lungo periodo, ai cinesi del 35% della rete elettrica e del gas italiana.
Il governo Renzi ha sottolineato fin dalle prime trattative che la cessione “verrà destinata al sostegno dell’economia nazionale”. In virtù dell’operazione, Snam e Terna avranno diritto in futuro a margini di azione sul mercato cinese.
Difatti, Cdp Reti è una società interamente di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti che detiene una partecipazione del 30% di Snam. Prima che la cessione fosse ultimata, Cdp ha conferito a Cdp Reti la propria partecipazione in Terna (pari al 29,851% del capitale sociale).
(DaC)