SIENA (WSI) – Hanno oltrepassato la soglia dei 10 miliardi di euro complessivi gli ordini sul nuovo Btp Italia. In poco meno di un’ora la domanda totalizza 1,10 miliardi, cui vanno sommati gli 8,98 miliardi della seduta di ieri.
Considerata la vivace dinamica degli ordini nella seduta di ieri, il ministero dell’Economia ha stabilito di chiudere anticipatamente questa sera alle 17,30 l’offerta a rubinetto.
Il nuovo titolo aprile 2017 indicizzato all’inflazione nazionale offre una cedola reale minima di 2,25%, mentre il rendimento definitivo sarà annunciato al termine del periodo di raccolta ordini e non potrà essere inferiore alla cedola.
Nel 2012 il Tesoro dell’Economia ha raccolto oltre 27 miliardi con le prime tre emissioni del Btp Italia. (Reuters Italia)
Tassi & Congiuntura: poco variato l’andamento dei titoli obbligazionari dell’area Euro in un contesto di calo delle borse. Lo spread italiano è rimasto intorno ai 310 pb. La prima giornata del collocamento del nuovo Btp Italia si è infatti conclusa con una domanda di circa 9 Mld€. Il tesoro italiano considerata l’elevata domanda ha annunciato che l’offerta del Btp si chiuderà anticipatamente oggi alle 17,30. Intanto in Grecia la Troika ha raggiunto un accordo con il governo sulle nuove misure che porterebbero allo sblocco delle tranche da 2,8 Mld€ che sarebbe dovuta essere erogata a marzo.
L’accordo, secondo Kathimerini, riguarda anche il licenziamento di 14.000 dipendenti pubblici entro il 2014, ma, come precisa il responsabile della missione del Fmi Thomsen, saranno rimpiazzati da personale più giovane, anche se non precisa se il numero sarà di pari entità.
Nel documento finale la Troika riporta che Atene è in linea con il programma di risanamento per soddisfare i target richiesti. La prossima revisione ci sarà a maggio. Secondo la Troika l’esborso da 2,8 Mld€ potrebbe essere deciso a breve dai membri della zona Euro.
Il presidente della Bce Draghi in un suo intervento ritorna sul tema del finanziamento alle piccole e medie imprese definendo “sconcertante” che esse soffrono più delle grandi visto che impiegano i tre quarti degli occupati. Oggi il presidente della Bce tornerà a parlare degli ultimi sviluppi della crisi al Parlamento europeo. La commissione bilancio del parlamento tedesco è invece chiamata a votare il piano di salvataggio di Cipro.Oggi è attesa l’asta sui titoli a breve di Spagna, Grecia e Belgio fino a 9,25 Mld€.
Negli Usa tassi governativi a lungo termine in calo contestualmente al calo dei mercati azionari e delle materie prime, oltre che all’arrivo della notizia degli attentati a Boston che hanno amplificato il movimento ribassista già in atto. Continuano a calare le aspettative di inflazione misurate tramite i Treasury ad essa indicizzata, raggiungendo il minimo dallo scorso settembre sul comparto decennale.
Gli operatori iniziano ad ipotizzare uno scenario di rallentamento economico, complice una sequenza di dati macro mediamente al di sotto delle attese nelle ultime settimane. Ieri ad esempio la fiducia dei costruttori è risultata ad aprile in calo per il terzo mese consecutivo a causa di un incremento dei costi per nuove costruzioni e di restrizioni del credito per il comparto immobiliare. Oggi il focus sarà sui dati sull’inflazione che assumono un rilievo crescente, in un contesto in cui si stanno intensificando le attese di un marcato calo della dinamica dei prezzi al consumo.
Valute: le tensioni sui mercati azionari e sulle materie prime hanno favorito lo yen che si è apprezzato verso tutte le principali valute mondiali questa settimana. Ieri sera il cambio verso euro è calato sotto il supporto 127,50 arrivando a toccare il livello successivo a 125 per poi rimbalzare verso il vecchio supporto durante la sessione asiatica. Resistenza più vicina in prossimità di 127,80. Il cross dollaro/yen trova un livello di supporto a 96 mentre la resistenza più vicina passa da 98.
L’euro/dollaro prosegue la fase di bassa volatilità nonostante il forte calo della borsa Usa. Il cambio continua a stazionare al di sopra del supporto 1,30 nonostante il lieve apprezzamento di ieri del dollaro. La resistenza si colloca a 1,3180-1,32.
Bassa volatilità pure per l’euro/sterlina compresa tra il supporto 0,8490 e la resistenza 0,8560. Terzo giorno consecutivo di nuovo massimo da 19 anni per lo yuan cinese verso dollaro Usa. Infine segnaliamo il deprezzamento del real brasiliano verso le principali valute questa settimana, penalizzato dalla debolezza delle commodity e dal rinvio del collocamento sul mercato del ramo assicurativo del Banco do Brasil.
Commodity: giornata di pesanti vendite per le materie prime con l’indice GSCI ER ai minimi dallo scorso luglio. Il rallentamento del Pil cinese nel primo trimestre potrebbe aver contribuito ad intensificare il calo poiché, per molte commodity, la Cina rappresenta il principale consumatore mondiale. All’interno dell’indice solo i suini (+4,9%) e l’alluminio (+0,7%) hanno chiuso in positivo. I ribassi maggiori hanno interessato i preziosi con l’argento che ha perso l’11,3% calando ai minimi dall’ottobre 2010 e l’oro il 9,4% ai minimi dal febbraio 2011.
Per l’oro si tratta del maggior calo giornaliero da 33 anni. Stamani si colloca poco sotto i 1380$/oncia. Vendite anche sul rame (-2,8%) calato ai minimi da 17 mesi. I ribassi hanno anche interessato il settore energia con il Brent (-2,6%) calato sotto soglia 100$/barile per la prima volta da luglio. Infine i ribassi hanno colpito anche il settore agricolo con il grano Usa (-2,9%) che è stato il più penalizzato. La mattina si apre con un proseguimento del ribasso del petrolio mentre l’oro ed alcune commodity agricole stanno tentando un rimbalzo.
Azionario: apertura di settimana all’insegna del risk-off per i listini azionari a livello globale. In Europa tutti gli indici hanno chiuso in calo con il Ftse100 particolarmente penalizzato vista la presenza di molti titoli del settore minerario. Il crollo delle quotazioni dei metalli preziosi ed industriali ha infatti penalizzato in modo particolare il settore risorse di base che si conferma da inizio anno il peggiore all’interno dello Stoxx600 con perdite superiori al 15%. Forte calo anche per il comparto energetico, mentre si è mosso in controtendeza il settore health care grazie al forte rialzo che ha interesso i titoli del settore farmaceutico.
Il listino italiano si è mosso in linea con gli altri chiudendo in calo di circa l’1%. Al suo interno spicca il calo di oltre il 4% di Fiat dopo i dati sulle vendite di veicoli commerciali a marzo ai minimi da 23 anni. In controtendenza Lottomatica (+2,2%) grazie alla vittoria dell’appalto per la lotteria del New Jersey. Negli Usa forte calo per i listini azionari che mettono a segno la peggiore seduta del 2013 con volumi in forte rialzo e la volatilità che è tornata sui livelli di fine febbraio. I timori legati alla crescita cinese ed i dati sul settore immobiliare deludenti hanno spinto gli investitori a prendere profitto senza risparmiare alcun settore.
I più penalizzati sono stati, analogamente all’Europa, le risorse di base ed energetici, senza escludere il settore dei costruttori di case (-5%). Tra i pochi titoli in positivo troviamo Citigroup (+0,2%) dopo che il colosso bancario ha pubblicato dati trimestrali in forte rialzo sia in termini di ricavi sia di utili, superando le stime degli analisti.
Sul fronte emergenti forte calo per l’indice MSCI EM (-1,6%) che mette a segno la peggiore seduta dal luglio scorso tornando sui livelli di fine novembre 2012. Le vendite hanno interessato tutti i principali mercati dell’area emergente, ma il più colpito è stato sicuramente quello brasiliano, con l’indice Bovespa sceso ai minimi da luglio in seguito al crollo di oltre il 6% del comparto minerario. In controtendenza si è mossa l’indice turco ISE100 (+0,6%) con i titoli del comparto finanziario che stanno beneficiando delle attese di un taglio dei tassi della Banca Centrale nella riunione di oggi. In mattinata si sta assistendo ad un andamento misto per i listini asiatici; in calo anche se in recupero dai minimi i mercati giapponese ed australiano. In rialzo quello cinese ed in particolare il listino indiano (+1,3%) favorito dalle attese che il calo di oro e petrolio porti ad una riduzione del deficit commerciale del paese.
INFORMAZIONI DI STAMPA SU TITOLI
FIAT – Secondo quanto riportato da Reuters, le vendite di auto in Europa occidentale a marzo hanno segnato un calo del 10,1%, con il gruppo Fiat che fa meglio del mercato con un -4,3%.
FIAT INDUSTRIAL – Il mercato italiano dei veicoli commerciali vede a marzo la diciannovesima flessione consecutiva registrando un calo del 20% e raggiungendo il livello più basso degli ultimi 23 anni. Lo rende noto il centro studi Unrae.
FINMECCANICA – Secondo quanto riportato da Reuters, la nomina del nuovo presidente della società è stata rinviata alla prossima assemblea del gruppo a giugno. L’assemblea di ieri ha infatti approvato la proposta del Tesoro di rinviare all’assemblea per l’approvazione del bilancio ogni decisione sulla sostituzione dei consiglieri dimissionari Orsi e Bonferroni.
RCS – L’aumento di capitale da almeno 400 Mln€ entro luglio è stato garantito al 50% circa dagli azionisti del patto di sindacato. Se si aggiungono i 166 Mln€ che dovrebbero essere messi a disposizione dalle banche che formeranno il consorzio di garanzia si arriva a una copertura del 91%.
TELECOM ITALIA – L’associazione dei piccoli azionisti Asati si è detta favorevole a un’integrazione dell’operatore tlc italiano con 3 Italia di Hutchison Whampoa, ma chiede che l’eventuale operazione passi attraverso il lancio di un’Opa e la modifica dello statuto con l’introduzione del criterio proporzionale nella nomina del Cda, in modo da dare maggiore rappresentanza alle minoranze.
UNICREDIT – La cessione da parte di UniCredit della banca kazaka ATF Bank a KazNitrogenGaz dovrebbe perfezionarsi entro la fine del mese. Per quanto riguarda il riacquisto parziale di bond senior originariamente previsto per 3,5 Mld€, la banca ha deciso di incrementare il valore nominale massimo oltre i 4 Mld€. La controllata tedesca Hvb ha collocato ieri un covered bond da 500 Mln€ a 7 anni, che pagherà un coupon annuale dell’1,25%.
CITIGROUP – La terza più grande banca americana ha registrato nel primo trimestre dell’anno un aumento dell’utile netto del 30%, a 3,81 Mld$ o 1,29$ per azione, battendo le attese del mercato. Al risultato positivo hanno contribuito le performance migliori delle attese delle aree fixed-income trading e investment banking.