NEW YORK WSI) – Uno degli aspetti più sorprendenti del default argentino di questa settimana è stata la mancanza di un impatto del mercato sulle altre economie emergenti.
Secondo gli esperti questo in parte è dovuto all’alto livello di “denaro facile” nel sistema finanziario internazionale dovuto alla politica monetaria accomodante delle banche centrali e anche ad una apparente crescente differenza nella velocità di crescita delle economie.
Il default mette comunque in luce i pericoli delle economie emergenti e gli acquirenti audaci dovrebbero esserci ben coscienti.
“Gli investitori devono andare a ricercare il perchè negli ultimi 25 anni (nei mercati emergenti) ci sia stato tutto questo successo – ha affermato George Magnus, senior independent economic adviser per UBS – e cosa devono fare questi paesi per mantenere questi ritmi. Stanno tutti attraversando una fase problematica dei loro modelli di crescita”.
Stephen King, ‘chief economist’ di HSBC e autore di “When the Money Runs Out: The End of Western Affluence”, sostiene che la storia di fondo della crescita dei mercati emergenti non sia cambiata.
“I paesi si sono ritrovati immediatamente con una crescita molto più lenta per via delle esportazioni e allo stesso tempo una maggiore difficoltà ad attirare i flussi di capitali dall’estero – dice King – questo non cambierà”.
Le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale? ad esempio sulla Cina si aspetta che la crescita possa scendere al 3,5% entro 2020 e vicino al +2,5% dopo il 2020, a meno che il paese non porti avanti delle riforme strutturali altamente necessarie.