New York si sgonfia, vendite su Bank of America e Goldman Sachs. Oro a 1900 l’oncia
New York – Wall Street e’ salita lasciandosi alle spalle le ultime quattro settimane di forti sell-off. Il sentiment era positivo a inizio seduta ma poi la voglia degli investitori di abbandonare l’avversione al rischio ha trovato un ostacolo dietro la’ltro. Per esempio, Bank of America ha perso -7,9%. La prima banca commerciale degli Stati Uniti, secondo i rumors, dovra’ aumentare il capitale, per l’eccessiva esposizione ai mutui immobiliari, mai risolta dal 2007 in poi. Il titolo ha perso -50% negli ultimi 12 mesi.
New York ha chiuso quindi in lieve rialzo ma alla fine con una netta frenata per i realizzi nella seconda meta’ della seduta. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,34% chiudendo a quota 10854,50; il Nasdaq e’ cresciuto dello 0,15% a 2345,38 punti, molto al di sotto dei massimi intraday. Il Dow era in vantaggio di oltre 200 punti in mattinata, ha chiuso a +37 punti. Lo S&P 500 ha perso -16% dal 22 luglio e -13% in agosto, il peggior agosto dal 1998.
Intanto la corsa dell’oro, bene rifugio per eccellenza in tempi di crisi, sembra inarrestabile. Sui mercati elettronici (Otc) il future ha raggiunto alla chiusura di Wall Street e superato di poco la soglia dei $1900 l’oncia, toccando i $1900,8. Analisi da non perdere: “Oro e argento, trappole per speculatori”
“Dopo i forti ribassi degli indici azionari e il rally dei Treasury alla fine della scorsa settimana, gli investitori vogliono capire se l’outlook per l’economia è così disastroso come i mercati sembrano scontare”, commenta David Kelly, responsabile strategist per i mercati presso JP Morgan Funds.
I piu’ colpiti sono stati i titoli bancari, di riflesso alla crisi debitoria in Europa. JPMorgan Chase ha perso – 2.7%, Bank of America -7.9%, peggior titolo del Dow. Gli analisti di Wells Fargo hanno tagliato il price target di Bofa. Motivo: gli Stati Uniti potrebbero entrare di nuovo in recessione. Negli ultimi 45 minuti della seduta al Nyse sell furiosi su Goldman Sachs, che ha perso alla fine -4,7%, toccando il minimo degli ultimi 2 anni. Il rumor a New York e’ che ci siano problemi per il Ceo Lloyd Blankfein, che oggi ha assoldato uno dei grandi avvocati di Washington, Reid Weingarten per difendersi, pare in una causa della Sec sul conflitto di interessi e la gestione del portafoglio clienti di GS durante la crisi finanziaria del 2008. Altro rumor e’ che il Senato abbia concluso una sua indagine su Goldman Sachs deferendo il dossier al Dipartimento di Giustizia per i necessari provvedimenti punitivi.
La performance di Wall Street si allinea a quella dell’ azionario europeo: protagonisti soprattutto gli acquisti sui finanziari, con l’indice di riferimento S&P Financial Index che mette a segno un rialzo dell’1,65% circa.
Nella giornata di oggi non sono attesi dati economici rilevanti . Ma sui mercati c’è grande trepidazione sia per il dato sul Pil che sarà reso noto venerdì, sia per il discorso che sarà proferito dal presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, a Jackson Hole, nello stato dello Wyoming.
Vista la debolezza degli ultimi dati, indiscrezioni circolate sui mercati iniziano a parlare della possibilità di un nuovo programma di stimolo per l’economia americana. Secondo Barclays i rendimenti dei Treasury a 10 anni indicano che il mercato ha prezzato acquisti di bond da parte della Fed per $500-$600 miliardi. Condivide il punto di vista Citigroup, secondo cui i prezzi attuali riflettono un programma di acquisto di bond o una contrazione del Pil del 2%.
Intanto, uno spiraglio di luce per gli indici americani arriva da un sondaggio messo a punto da CnnMoney, che ha preso come campione 17 tra strategist e gestori dei fondi: in media, gli esperti prevedono che lo S&P 500 potrà salire anche del 20% entro la fine dell’anno. Certo, non mancano però neanche in questo caso analisti che sono decisamente più cauti, e che sottolineano come la crisi dei debiti in Italia e Spagna costituisca uno shock esterno per gli Stati Uniti.
Intanto, sul fronte delle commodities, i futures sul petrolio rimangono positivi e salgono dello 0,72%, superando anche quota $83 dollari al barile, a $83,80. L’oro è arrivato invece a balzare a meno di due dollari rispetto alla soglia psicologica dei $1.900, volando fino al massimo intraday di $1.898,60 l’oncia.
Sul fronte valutario l’ euro torna a perdere terreno nei confronti del dollaro a quota 1,4381 (-0,14%), mentre contro lo yen riduce i guadagni a a 110,40 (+0,25%). Praticamente invariato il cambio dollaro/yen a 76,75 e anche il rapporto tra la moneta unica e il franco svizzero è piatto a chf 1,1304 (-0,02%).