A2A verso emissione bond fino a 1,65 miliardi, anche green e sustainability-linked
A2A, la società di utility italiana che si occupa di energia, acqua e ambiente, ha annunciato con un comunicato diffuso nella serata di ieri che il cda “ha assunto una delibera quadro che ha autorizzato l’emissione, entro il 30 aprile 2026, di uno o più prestiti obbligazionari non subordinati, non garantiti e non convertibili sino a un massimo complessivo di Euro 1,65 miliardi”.
La decisione rientra nel programma “EMTN – costituito nel 2012 – il cui importo massimo complessivo verrà incrementato, in sede di rinnovo di Programma, da Euro 6 miliardi a Euro 7 miliardi”.
Il piano EMTN, ha spiegato A2A, “prevede la possibilità di emettere anche titoli obbligazionari green e sustainability-linked”.
Il gruppo ha annunciato anche che il cda ha “conferito mandato al Presidente e all’Amministratore Delegato affinché, disgiuntamente tra loro, possano provvedere, tenuto conto delle condizioni di mercato, a dare concreta attuazione alla
deliberazione consiliare, entro i limiti della stessa”.
La società ha spiegato che “le emissioni dei prestiti obbligazionari saranno destinate, tra l’altro, per finanziare e/o rifinanziare gli investimenti del Gruppo e/o per mantenere idonei livelli di liquidità, nonché essere utilizzati per una o più operazioni di liability management”.
Il comunicato di A2A ha sottolineato infine che “la decisione si inquadra nel contesto della strategia finanziaria del Gruppo A2A, finalizzata anche a garantire una gestione efficiente dei profili di rimborso del Gruppo, ad allungare la vita media del debito e a sostenere il credit rating”.
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Le azioni cinesi hanno chiuso in moderato rialzo, supportate da una riduzione imprevista dei tassi di interesse a breve termine e da una forte iniezione di liquidità. L’attesa conferenza stampa del governatore della Banca centrale potrebbe annunciare ulteriori misure di sostegno.
A settembre, l’indice Pmi del settore manifatturiero dell’Eurozona è sceso a 44,8 punti, segnando il livello più basso degli ultimi 9 mesi. Anche l’indice composito della produzione è diminuito, passando da 51 a 48,9 punti, tornando in territorio di contrazione. L’indice Pmi dei servizi è calato a 50,5 punti. Secondo Cyrus de la Rubia di Hcob, l’Eurozona si avvia verso la stagnazione economica.
L’Istat ha rivisto al ribasso la crescita del Pil per il 2023, ora stimata allo 0,7%. I dati aggiornati mostrano anche una crescita del Pil del 4,7% nel 2022 e dell’8,9% nel 2021.