Abi: basta con pubblicazione sofferenze lorde. “Focalizzazione” media eccessiva
ROMA (WSI) – Le sofferenze continuano a deprimere i bilanci delle banche. E’ quanto risulta dall’ultimo rapporto mensile dell’Abi.
Nel mese di dicembre, le sofferenze nette (al netto delle svalutazioni già fatte dalle banche) sono state di 89 miliardi, dopo gli 88,8 miliardi di novembre. Il rapporto con i prestiti totali è stato del 4,94%, in crescita dal 4,89% di novembre.
Per la prima volta, nel report dell’Abi non risultano i dati sulle sofferenze lorde. Così ha detto il vicedirettore generale Gianfranco Torriero, nel corso di una conference call, motivando la decisione dell’Abi di non pubblicare più il dato sulle sofferenze lorde.
Torriero ha parlato di un’eccessiva “focalizzazione” mediatica sulle sofferenze lorde che, nel caso delle banche italiane, sarebbe un indicatore non fondamentale e anche fuorviante: “È una posizione dell’associazione bancaria dalla fine degli anni ’90”.
Da segnalare che gli ultimi dati sulle sofferenze lorde avevano segnato nuovi record, attestandosi a novembre a
201,028 miliardi,dopo essere scese a 199 miliardi a ottobre.
Il rapporto tra le sofferenze lorde e i prestiti era invece stabile al 10,4%, vicino ai massimi dalla fine del 1996.
Sul fronte prestiti, l’associazione bancaria ha reso noto che la dinamica dei prestiti bancari a famiglie e imprese resta negativa.I prestiti sono scesi infatti a gennaio -0,53% su base annua, in peggioramento dal -0,05% di dicembre (dato rivisto al ribasso dopo il +0,45% indicato un mese fa).
I nuovi prestiti alle aziende, in particolare, nel 2015 hanno segnato un aumento di circa il +11,6% rispetto all’anno prima.
Per i nuovi mutui per l’acquisto di immobili, nel 2015 c’è stata una crescita del 97,1% rispetto al 2014; l’incidenza delle surroghe sul totale dei nuovi finanziamenti è stata di circa il 31,6%.
In tutto il mese di gennaio l’ammontare dei finanziamenti è stato di 1.826,7 miliardi, “nettamente superiore, di oltre 141 miliardi, all’ammontare complessivo della raccolta, 1.685,6 miliardi”.
Ancora in calo i numeri sulla raccolta a medio e lungo termine (tramite obbligazioni), scesa -14,34% su base annua (-63,4 miliardi), dopo il -12,97% di dicembre.
I depositi invece sono cresciuti di 40 miliardi rispetto a gennaio dell’anno scorso: +3,15%, in frenata rispetto al +3,81% di dicembre.
Negativo in generale il trend della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni), che a gennaio ha fatto -1,37% annuo, contro il -0,55% di dicembre. Dalla fine del 2007 a oggi la raccolta è passata da 1.513 a 1.685,6 miliardi, con un aumento di quasi 173 miliardi.
Breaking news
Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.