12:59 lunedì 21 Settembre 2015

Addio al rinoceronte in 20 anni, colpa della Guerra dei Corni /Foto

Roma, 21 set. – (AdnKronos) – Una specie fortemente minacciata che tra soli 20 anni rischia di essere completamente estinta e di continuare a esistere solo nelle fotografie e negli zoo. Ad oggi, in natura, sono rimasti appena 20.500 esemplari di rinoceronte bianco e poco meno di 5.000 rinoceronti neri sui quali grava la minaccia di una vera e propria guerra, quella che il bracconaggio ha dichiarato al rinoceronte, la Guerra dei Corni, che fa una vittima ogni sette ore. (Foto) A fare gola, il valore altissimo del corno di questo animale, che batte addirittura quello della cocaina: 90mila dollari al kg per il corno del pachiderma contro gli 80mila dollari della cocaina. Usato come status symbol dagli uomini della upper class asiatica, al corno del rinoceronte la medicina tradizionale asiatica attribuisce (senza fondamenti medico-scientifici), funzioni curative. Eppure, la sostanza di cui è composto il corno è semplicemente cheratina, la stessa sostanza di cui sono fatte unghie e capelli.”Se i tassi di abbattimento continueranno a salire con lo stesso trend dell’ultimo periodo – afferma Daniel Sanchez, direttore zoologico del Bioparco Zoom Torino – ossia di un rinoceronte ucciso ogni sette ore, in meno di 28 anni i rinoceronti saranno estinti nel loro habitat naturale e si potranno osservare e conoscere esclusivamente nelle strutture zoologiche”.Il bracconaggio è un mercato illegale che, dopo il traffico di armi, di droga e di esseri umani, è il terzo più redditizio del mondo. La sopravvivenza della specie è quindi legata alla capacità dei Paesi di mantenere adeguati standard di prevenzione, monitorare gli animali e difendere le aree destinate alla fauna selvatica impiegando ingenti risorse nell’addestrare e attrezzare ranger antibracconaggio poiché la sola polizia locale non ha sufficienti mezzi e possibilità per dislocare i propri uomini lungo i confini.E’ proprio per questo motivo che il progetto “Operazione Rhino”, attivato un anno fa dal Bioparco Zoom Torino e supportato dall’Associazione Aiea e dall’Ente Nazionale del turismo della Namibia, ha l’obiettivo di raccogliere fondi destinati all’equipaggiamento e addestramento con tecniche paramilitari dei ranger antibracconaggio in Namibia, Paese che sta diventando il nuovo terreno di caccia dei bracconieri con un incremento di pachidermi cacciati del +400%. Un progetto che ha avuto molto successo e ha fatto sì che i ranger siano stati presi come “modello” da trasmettere alle altre riserve.”Il compito delle moderne strutture zoologiche – conclude Daniel Sanchez – oltre all’educazione, è proprio l’attivazione di progetti di conservazione. I risultati più significativi si ottengono proprio attraverso la cooperazione delle associazioni internazionali con strutture zoologiche moderne e incentrate sulla conservazione, governi locali e tour operator promotori di viaggi sostenibili che si svolgono in aree dove i rinoceronti sono visti come risorse economiche”.

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