Analisti: ecco perché gli Stati Uniti non sono in zona recessione
“La curva statunitense dei rendimenti non è assolutamente in prossimità di inversione, fattore storicamente sinonimo di recessione, anche se ha subito un appiattimento e dev’essere più ripida”. Così Richard Woolnough, gestore obbligazionario M&G Investments che, in una nota odierna spiega le ragioni secondo le quali le paura sulla caduta in recessione degli Stati Uniti sono infondate.
“Se le prospettive da un punto di vista economico e industriale fossero negative, le imprese taglierebbero lavoro nella maniera più tradizionale, ovvero licenziando persone. Invece, la percentuale di popolazione attiva attualmente licenziata nel settore privato è la più bassa degli ultimi 15 anni. Ciò è indice di un continuo vigore del mercato del lavoro, e il basso livello di tagli di impieghi indica una tendenza continuativa di solide cifre occupazionali“.
In questo contesto, “a nostro avviso la Fed continuerà a innalzare i tassi in quanto dovrebbe concentrarsi sui dati che indicano un rafforzamento del mercato del lavoro”.
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Apertura in calo per Wall Street a causa dell’escalation tra Russia e Occidente. L’Ucraina colpisce il territorio russo con missili Atacms, autorizzati da Biden, e Putin aggiorna la dottrina nucleare. Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq registrano perdite significative.
La società ha chiuso i primi 9 mesi del 2024 con un utile netto di 3,0 milioni di euro, superiore al risultato dell’intero 2023.
Walmart, il colosso statunitense della vendita al dettaglio, ha riportato un incremento degli utili e delle vendite nel terzo trimestre del 2024, superando le previsioni degli analisti. La società ha anche rivisto al rialzo le stime di crescita per l’esercizio 2025, prevedendo un aumento delle vendite nette consolidate tra il 4,8% e il 5,1%.