16:56 giovedì 31 Marzo 2022

Anpal e Ente Nazionale per il Microcredito lanciano il new deal delle piccole imprese

Oltre un centinaio di partecipanti hanno seguito più di venti oratori lungo una giornata in collaborazione con tantissimi partner tra cui la Fondazione Adriano Olivetti. Un evento che lancia un “New Deal” delle piccole imprese italiane, con il settore pubblico che si fa promotore della formazione delle risorse umane e della creazione di aziende, combattendo così la disoccupazione, aumentando il grado di innovazione sociale e utilizzando al meglio i fondi europei.

E’ quanto è stato annunciato a Ivrea, martedì 29 marzo, al Polo Universitario Officina H (Aula 3), durante l’evento organizzato da Ente Nazionale per il Microcredito (ENM) e ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) per fare il punto sulla situazione occupazionale in Italia e presentare i risultati del progetto formativo e di avvio all’impresa Yes I Start Up (YISU) – attuato dall’ Ente Nazionale per il Microcredito (ENM), in accordo con ANPAL.

“Il possesso di un titolo di studio più elevato è mediamente associato a vantaggi significativi non soltanto sul fronte dell’occupazione – come per esempio trovare un primo impiego al termine degli studi – ma anche dal punto di vista retributivo” ha affermato il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo. “Per rafforzare la partecipazione dei giovani al mercato del lavoro e i loro livelli di occupazione bisogna dunque partire da qui, da un investimento forte in formazione. E la riflessione vale in particolare per un Paese, come il nostro, dove oltre due milioni di giovani, pari al 23% dei ragazzi e delle ragazze di età compresa tra i 15 e i 29 anni, non è inserito in un percorso scolastico o formativo e neppure ha un impiego; sono i famosi giovani NEET (Not in Education, Employment or Training), che nelle regioni del Sud arrivano a superare il 32%”.

Formazione gratuita per creare impresa e supportare i NEET che vogliono diventare startupper: ecco la formula innovativa che ha già ottenuto risultati brillanti e che è stata al centro del dibattito a Ivrea.
“A tre anni dalla prima sperimentazione, Yes I Start Up è diventato un modello strutturato capace di accompagnare e formare giovani e donne a diventare imprenditori ed imprenditrici” ha dichiarato il capo progetto per Ente Nazionale per il Microcredito, Nicola Patrizi. “Il progetto ha permeato tutto il territorio italiano, dalla grande città sino alle aree interne, grazie alla comunità partenariale aperta che ha contribuito in maniera determinante a creare nuovi imprenditori. Ivrea più di ogni altro luogo rappresenta l’occasione di confronto per far capire quanto è importante operare in uno spirito di collaborazione e di comunità, soprattutto in questo momento storico in cui è necessario riscoprire gli avanguardistici insegnamenti di Adriano Olivetti per una rigenerazione dei modelli di impresa“.

E dell’iconicità di Ivrea, città industriale patrimonio UNESCO, ha parlato anche il presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito Mario Baccini, per il quale “Ivrea è una tappa importante, in una Regione importante come il Piemonte, che ha una naturale vocazione a fare impresa ed è nello spirito dell’impresa di comunità che il progetto Yes I Start Up e l’operato dell’ENM si riconoscono. Yes I Start Up è il progetto che ha assunto la rilevanza maggiore e a detta degli addetti ai lavori è ormai considerato uno dei migliori progetti italiani di accompagnamento e stimolo alla creazione di impresa per i giovani, le donne e i disoccupati”.

La forza e il successo di Yes I Start Up – selezionata come buona pratica dal Comitato di sorveglianza PON IOG e inserita dall’OCSE come case study all’interno delle buone pratiche europee – è dimostrata dai dati. L’iniziativa fino ai primi mesi dell’anno scorso era rivolta soltanto ai NEET e grazie agli ottimi risultati dal 2021 è stata estesa anche a due nuovi target: donne inattive e disoccupati di lunga durata (anche over 50), con riscontri davvero notevoli. Infatti, il progetto ha centrato proprio in quest’ultimo mese – con nove mesi di anticipo rispetto alla data fissata al 31 dicembre 2022 – l’obiettivo di formare all’autoimprenditorialità 1000 profili, tra donne inattive e disoccupati di lunga durata.

Tra i beneficiari di questo programma figurano prevalentemente donne inattive (47,4%), seguite da donne (32,4%) e uomini (21,2%) disoccupati di lunga durata; la maggioranza di loro è italiana (94%), ha meno di 50 anni (fascia che occupa il 20% degli interessati), possiede un diploma di scuola secondaria, mentre il 10% ha conseguito una laurea specialistica e l’8% triennale. Il 36% dichiara di non avere nessuna esperienza lavorativa, o di aver lavorato con contratti a tempo determinato (27,4%, indeterminato 13,3%). Quanto alla provenienza geografica, figurano in testa Campania, Sicilia, Puglia e Lazio.

 

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