Ansia da referendum, Piazza Affari ha scontato già scenari? Il punto sui mercati
A dispetto dell’ansia da referendum, l’indice Ftse Mib ha guadagnato questa settimana il 3,4%, concludendo l’ottava migliore da quella terminata lo scorso 21 ottobre, quando il guadagno era stato del 3,47%.
Il Dax della Borsa di Francoforte ha perso -1,7% dall’inizio della settimana, riportando il risultato peggiore dalla settimana terminata lo scorso 4 novembre, quando ha perso -4,09%.
L’indice Ftse 100 della borsa di Londra ha ceduto -1,5%, terminando la prima settimana negativa in quattro settimane.
Il Nikkei della borsa di Tokyo ha fatto +0,24%, riuscendo a chiudere in territorio positivo per la quarta sessione consecutiva: si tratta della prima volta dal 27 novembre del 2015.
Lo Shanghai Composite ha chiuso la settimana in calo -0,55%, ma è in rialzo di quasi +8% nel trimestre in corso, e si avvia a concludere il trimestre migliore dal quarto trimestre del 2015, quando balzò del 15,93%.
Focalizzando l’attenzione sulle borse europee, è innegabile che l’imminente referendum costituzionale di dopodomani, domenica 4 dicembre, ha frenato la propensione agli acquisti. A Piazza Affari, è possibile che l’eventuale vittoria del “NO” alle riforme volute da Renzi sia stata ormai ampiamente scontata: dopo una perdita fino a -1,2%, l’indice Ftse Mib ha chiuso di fatto poco mosso, con una variazione di appena -0,07%, a 16.895,97 punti. E tra le banche, UniCredit è riuscita ad arroccarsi in territorio positivo. Trend decisamente diverso per il titolo MPS, che ha chiuso con un tonfo -5,39%, a 19,50 euro.
Bloomberg riporta tuttavia come i trader stiano pagando il massimo in più di due anni per fare hedge sulle oscillazioni del Ftse Mib rispetto a quanto pagano per gli altri indici di Borsa.
Da segnalare inoltre che il VStoxx Index, che monitora la volatilità delle borse in Eurozona, ha riportato il balzo settimanale più sostenuto in un mese.
L’indice di riferimento dell’azionario europeo, lo Stoxx Europe 600 Index, ha chiuso in calo dello 0,4%, con volumi di scambio inferiori rispetto alla media degli ultimi 30 giorni di contrattazioni.
Notevole allentamento delle tensioni sul mercato dei titoli di stato, con lo spread Italia-Germania a 10 anni sceso del 3,86% a 162,09 punti base, a fronte di tassi sui BTP in calo di oltre -6%, all’1,90% (un ribasso ben superiore è stato archiviato dai rendimenti dei Bund tedeschi, crollati di quasi -20% allo 0,28%).
Sul forex euro-dollaro +0,15% a $1,0677. Rallentamento del dollaro dopo la pubblicazione del report occupazionale Usa che, pur se solido, ha presentato diverse note stonate, tra cui quella relativa alle dinamiche dell’inflazione: dollaro-yen -0,39% a JPY 113,66, euro-sterlina -0,59% a GBP 0,8417; euro-yen -0,23% a JPY 121,34, euro-franco svizzero +0,08% a CHF 1,0783.
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Chiusura incolore ma sui massimi intraday per le borse europee dopo il core Pce Usa. A Piazza Affari, lieve flessione per il Ftse Mib
Dopo un avvio negativo, Wall Street ha registrato un aumento grazie a dati sull’inflazione inferiori alle attese. Il PCE, misura preferita dalla Fed, è cresciuto meno del previsto, influenzando positivamente i mercati. Gli analisti prevedono una pausa nei tassi a gennaio e possibili tagli a marzo.
A dicembre 2024, la fiducia dei consumatori europei continua a calare. Secondo la stima flash della Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea, il sentiment dei consumatori nell’eurozona è sceso a -14,5 punti, peggio delle aspettative degli analisti. Anche l’indicatore complessivo dell’Unione Europea mostra un calo significativo.
La Spagna ha siglato un accordo con Airbus per l’acquisto di 25 nuovi aerei da combattimento Eurofighter, destinati a rinnovare la flotta esistente. Questo contratto segue un precedente accordo del 2022 e porta il totale a 115 velivoli.