Apple: vendite iPhone in Cina in calo -24% con competizione Huawei. Sell sul titolo pesano sul Nasdaq
Titolo Apple sotto pressione a Wall Street, dopo la diffusione di un rapporto di Counterpoint Research, da cui è emerso che le vendite di iPhone della Big Tech in Cina, relative alle prime sei settimane del 2024, sono crollate del 24%.
Il forte calo è stato spiegato con l’accesa competizione che caratterizza il mercato degli smartphone in Cina e che vede Apple battersi contro i produttori cinesi Huawei, Oppo, Vivo e Xiaomi.
La Big Tech ha sofferto in particolare la competizione del colosso made in China Huawei, che continua a beneficiare delle domande dei consumatori cinesi per il suo nuovo modello Mate 60.
I sell hanno portato il titolo Apple a chiudere la sessione di Wall Street della vigilia con una flessione del 2,84%, a $170,12.
Immediato l’effetto contagio sugli altri titoli hi-tech, con il Nasdaq Composite che ha terminato la giornata di contrattazioni in ribasso dell’1,65%, a quota 15.939,59 punti.
Breaking news
Piazza Affari chiude debole con le altre borse europee. I dati Usa su inflazione core Pce e Pil rafforzano la visione cauta della Fed
Wall Street apre senza grandi variazioni in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione di importanti dati macroeconomici, con particolare attenzione all’indice Pce sull’inflazione, preferito dalla Federal Reserve. In vista del Ringraziamento, i mercati saranno chiusi domani e opereranno in modalità ridotta venerdì. Dopo un inizio stabile, il Dow Jones registra un lieve incremento, mentre S&P 500 e Nasdaq mostrano leggere perdite. Il petrolio Wti segna un aumento marginale al Nymex.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.
Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.