Back to smart working, anche la refrattaria Goldman Sachs si accoda
Mancava all’appello solo Goldman Sachs che ieri hasciolto gli indugi invitando i propri dipendenti statunitensi che possono lavorare in remoto a farlo fino al 18 gennaio. Goldman è l’ultima tra le banche di Wall Street a rifugiarsi nel ritorno allo smart working in virtù dell’ondata record di contagi dettata dalla diffusione calillare della variante omicron negli USA.
Goldman Sachs, il cui ceo David Solomon ha definito il lavoro da remoto “una aberrazione”, fino a settimana scorsa aveva continuato a puntare sul lavoro in ufficio introducendo nuovi requisiti e test. I dipendenti Goldman per entrare in ufficio devono essere vaccinati e, a partire dal 1 febbraio, verrà richiesto un booster per tutti i dipendenti idonei a ricevere la nuova dose. Goldman aveva inoltre annunciato che a partire dal 10 gennaio, il personale che entrava in ufficio sarebbe stato testato due volte a settimana presso i centri di test Covid predisposti dalla banca, passando dall’attuale requisito di una volta alla settimana.
Goldman, che annovera 43.000 dipendenti, molti dei quali con sede a Manhattan, aveva richiamato la maggior parte dei lavoratori in ufficio a giugno 2021.
Posizione abbastanza rigida anche quella di JP Morgan Chase. La maggiore banca statunitense ha concesso al suo personal la flessibilità di lavorare da casa nelle prime due settimane dell’anno, ma vuole che tornino agli orari in carica entro e non oltre il 1 febbraio. “Non stiamo cambiando i nostri piani a lungo termine di lavoro in ufficio”, ha detto il comitato operativo della banca che per il momento non ha richiesto la vaccinazione ai propri dipendenti. “I mandati di vaccinazione emessi dal governo potrebbero probabilmente rendere difficile o impossibile per noi continuare ad assumere dipendenti non vaccinati, quindi ottenere il vaccino è molto importante”, afferma JPM.
Jamie Dimon, storico ceo di JPM, la scorsa primavera ha sottolineato come la pandemia abbia accelerato una tendenza, ma il lavoro agile “non funziona per i più giovani. Non funziona per coloro che vogliono fare carriera e non funziona in termini di generazione spontanea di idee”.
Citigroup ha chiesto ai suoi dipendenti statunitensi di lavorare da casa per le prime settimane del nuovo anno e continuerà a monitorare i dati e fornirà aggiornamenti a gennaio su quando sarà previsto il ritorno in ufficio. Simle approccio per Bank of America che ha incoraggiato i dipendenti statunitensi a lavorare da casa la settimana del 3 gennaio e fornirà aggiornamenti in base alla diffusione dei contagi.
Breaking news
L’apertura di Wall Street segna un rialzo dopo i cali dei giorni scorsi dovuti alle previsioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. La Fed ha ridotto i tassi di 25 punti base, ma ha abbassato le previsioni di ulteriori tagli per il 2025 a causa dell’inflazione in aumento. Dopo il crollo di ieri, oggi il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq mostrano segni di ripresa.
L’economia statunitense ha registrato un incremento del PIL del 3,1% nel terzo trimestre del 2024, superando le stime precedenti. I consumi hanno mostrato una forte crescita, mentre i profitti delle aziende hanno subito una leggera flessione. L’indice dei prezzi PCE è diminuito, indicando una bassa inflazione.
Le richieste di sussidio alla disoccupazione negli Stati Uniti sono scese più del previsto nella settimana al 13 dicembre, con un totale di 220 mila unità. Questo dato ha superato le attese degli analisti, che prevedevano un calo a 229 mila unità. La media delle ultime quattro settimane si è stabilizzata a 225.500 unità, evidenziando un quadro più accurato dello stato del mercato del lavoro.
Le borse cinesi chiudono in negativo a causa della cautela sui mercati globali, influenzata dall’approccio della Federal Reserve sui tassi. L’indice Hang Seng perde lo 0,5%, mentre Shanghai segna un calo dello 0,36%. Anche Sydney e Seul registrano performance negative.