Banca Mondiale: escalation tariffe rischia di ridurre commercio a livelli del 2008
Un inasprimento della guerra dei dazi rischia di riportare i livelli degli scambi commerciali su scala mondiale a quelli del 2008. E’ questo l’allarme lanciato dalla Banca Mondiale, che ha confermato di aspettarsi nei prossimi due anni una decelerazione della crescita globale al 2,9% entro il 2020 rispetto a una crescita del 3,1% registrata nel 2017 e attesa nel 2018.
“Un aumento generalizzato dei dazi nel mondo avrebbe conseguenze avverse per il commercio e l’attivita’ globale”, recita il rapporto Global Economic Prospects. “Una escalation delle tariffe doganali fino a tassi legalmente concessi si potrebbe tradurre in un declino dei flussi commerciali globali del 9%, un calo simile a quello visto durante la crisi globale finanziaria del 2008-09”.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.