Banca Mondiale “frena” Trump: la globalizzazione serve anche agli Usa
Nessuna retromarcia da parte della Banca Mondiale sulla globalizzazione: la ceo dell’istituto internazionale, Kristalina Georgieva ha detto al Development Forum a Pechino che l’economia globale trae beneficio dalla globalizzazione, compresi gli Stati Uniti.
“Abbiamo imparato da decenni d’esperienza che le economie aperte creano migliori opportunità per la gente nei Paesi in via di sviluppo, ma anche per le persone nel mondo ‘ricco’. Queste ultime hanno accesso a beni più economici. Hanno la possibilità di esportare di più quando il potere d’acquisto nel resto del mondo sta salendo”, ha detto Georgieva.
Sullo sfondo di queste affermazioni ci sono le ricette di tipo protezionista che il presidente Usa Donald Trump ha promosso in campagna elettorale e che sembra determinato a perseguire nei fatti.
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Finale positivo a Piazza Affari, nonostante i ribassi delle banche. Male gli indici Pmi, torna in voga taglio tassi Bce da 50 bp
Gli indici di Wall Street mostrano andamenti contrastati mentre gli investitori valutano i dati macroeconomici dell’eurozona e le possibili nomine del presidente eletto Trump. L’attenzione è anche rivolta ai dati PMI e alla fiducia dei consumatori negli USA, con il mercato che specula su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed.
Ferrari ha acquistato 18.671 azioni ordinarie sul New York Stock Exchange come parte del suo programma di riacquisto azionario. L’acquisto rientra nella quinta tranche di un piano pluriennale da 2 miliardi di euro previsto fino al 2026.
Bosch, il leader mondiale nella fornitura di componenti per autoveicoli, ha dichiarato l’intenzione di ridurre 5.550 posti di lavoro a livello globale, principalmente in Germania, a causa delle sfide nel mercato delle auto nuove. La produzione globale di veicoli è prevista stagnare o diminuire leggermente, influenzata dalla domanda calante, dalla transizione ai veicoli elettrici e dalla crescente concorrenza cinese.