Banche colpite dalle vendite, in Usa settore ai minimi di cinque mesi
Il rialzo dei tassi obbligazionari in Usa non spinge al rialzo le banche in Borsa, anzi. Le big di Wall Street sono ora in rosso da inizio anno. Dopo l’entusiasmo per i tagli della riforma fiscale varata da Trump e per i piani di de-regulation, sul settore inizia a farsi sentire, dicono dalle sale operative, la crisi di liquidità evidenziata dall’ampliamento dello spread tra Libor e IOS.
In un’analisi pubblicata il primo aprile, gli strategist di Goldman Sachs scrivono che un allargamento di 35 punti base potrebbe aumentare il costo per gli interessi di 21 miliardi di dollari. Nel frattempo le banche non sono aiutate dall’andamento della curva dei rendimenti, che è sempre più piatta, con il tasso a due anni che sfiorando il 2,5% minaccia di offrire un rendimento alternativo ai titoli azionari interessante.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.