Banche, deficit e credito: da Fmi alert su Italia, “sforzi potrebbero non bastare”
“Le autorità italiane hanno adottato una strategia su diversi fronti al fine di rafforzare il sistema italiano”, ma “gli sforzi del governo italiano per facilitare il credito e gli acquisti di sofferenze potrebbero non essere sufficienti a ridurle nella quantità e alla velocità necessaria per rafforzare il sistema”. E’ quanto afferma Fmi, nel Global Financial Stability Report pubblicato nella giornata di oggi.
Sul tema delle banche, l’Fmi cita la stessa Mps come esempio, facendo notare come la banca, a seguito degli stress test, si sia attivata annunciando un piano di ristrutturazione volto a rafforzare il proprio capitale.
“Affrontare le sfide e le difficoltà delle banche deboli è importante al fine di ridurre la pressione sul settore bancario italiano nel suo complesso, e affrontare le mancanze di capitale delle banche deboli è necessario per assicurare la stabilità del sistema e il sostegno all’economia”.
Alert sull’Italia anche per quanto concerne i conti pubblici. Secondo l’istituzione di Washington, il pareggio strutturale di bilancio dell’Italia sarà raggiunto infatti solo nel 2020, due anni più tardi del 2018 atteso in precedenza. L’Fmi affronta la questione nelle tabelle del suo Fiscal Monitor, da cui emerge che le previsioni sono di un deficit dello 0,9% nel 2018 e un pareggio con un ritardo di due anni.
Per il 2016 il deficit strutturale è atteso all’1,1% del Pil, lo 0,3% in meno rispetto ai calcoli di primavera; si prevede poi un deficit dell’1,3% nel 2017, superiore al deficit dello 0,8% rispetto a quanto previsto ad aprile, e nel 2019 si parla di un deficit dello 0,3%.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.