BASSA VOLATILITÀ SU QUESTO MERCATO. È UN SEGNALE BUY O NO?
Focus sulla volatilità del mercato delle small cap a Wall Street, che sta testando minimi record. L’indice di riferimento Russell 2000 Volatility Index (RVX), che si riferisce all’indice azionario Russell 2000, ha testato valori così bassi soltanto altre due volte, da quando è stato lanciato nel 2006. Così come dimostra il grafico, ci sono stati in tutto 19 giorni, dal 2006, in cui l’RVX è stato scambiato al di sotto dei 15 punti. La maggior parte dei periodi è avvenuta. 1) nei sei giorni compresi tra il dicembre del 2006 e il febbraio del 2007: l’indice Russell 2000 ha testato un valore record quasi immediatamente, a fronte del calo della volatilità, per poi perdere -8% in una settimana. Ha poi recuperato terreno e ha segnato un rally per altri quattro mesi. 2) nei dieci giorni compresi tra gennaio e marzo del 2013. Il Russell era reduce da un rally di quasi 15 mesi consecutivi, ma successivamente fece fatica a proseguire la fase rialzista. 3) in due giorni del marzo del 2015: il Russell 2000 ha testato un record di breve periodo immediatamente, ma poi è sceso del 3% in pochi giorni, prima di testare un nuovo record. Di norma, il basso livello della volatilità viene considerato precursore – o elemento caratteristico – di nuovi massimi degli indici di borsa. Tuttavia, se si considera che gli indici benchmark di Wall Street sono entrati nel sesto anno del mercato ciclico toro, una volatilità a livelli di minimo storico sicuramente non è “un segnale buy”, e dovrebbe essere intesa più che altro come un rating “hold” sull’azionario. E’ questa l’opinione dell’esperto di finanza Dana Lyons, gestore presso J. Lyons Fund Management. (Lna)
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