Bernstein alza il prezzo obiettivo di Buzzi Unicem
NEW YORK (WSI) – In rialzo il prezzo obiettivo di Buzzi Unicem a 20,4 euro da 19,7 da parte degli analisti di Bernstein che hanno anche confermato la raccomandazione “outperform”.
E’ stata registrata a 16.3 euro invece l’ultima chiusura, mentre la variazione percentuale da inizio anno è del -1.81%. E’ a 16.4977 la prima resistenza per il titolo, livello oltre il quale i prezzi potrebbero arrivare a 17.0087. Vi è il rischio invece di discese verso 15.8113 euro in caso di violazione di 16.1277. Il controvalore scambiato nell’ultima seduta sul totale del controvalore scambiato dal mercato è stato dello 0.5279% circa. Nell’ultimo mese la variazione relativa nei confronti dell’indice Ftse All Share è stata dell’1.03%.
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Le borse americane iniziano la giornata in ribasso a causa di dati macroeconomici deludenti e un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato. Il deficit commerciale degli Stati Uniti è cresciuto oltre le aspettative, mentre l’attenzione si sposta sulle scorte di greggio e gas.
Il deficit della bilancia commerciale degli Stati Uniti ha registrato un incremento del 4,7% a novembre, superando le previsioni degli analisti. Il dipartimento del Commercio ha riportato un deficit di 102,86 miliardi di dollari, contro stime di 101,2 miliardi. L’aumento è dovuto principalmente a un incremento delle importazioni, che hanno raggiunto 279,2 miliardi di dollari.
Nel 2024, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, insieme agli assessorati regionali, ha approvato 25 progetti di sviluppo della rete elettrica nazionale, gestiti da Terna, per un totale di oltre 2,3 miliardi di euro. Questi progetti, tra cui Elmed, Adriatic Link e Bolano-Annunziata, porteranno benefici ambientali, sociali ed economici, riducendo l’impatto paesaggistico e liberando territorio.
La Banca Mondiale ha rivisto al rialzo le stime di crescita economica della Cina per quest’anno e il prossimo, segnalando però preoccupazioni per la fiducia dei consumatori e il settore immobiliare. Le sfide interne e l’imminente aumento dei dazi USA potrebbero influenzare la crescita futura.