Bloomberg, dazi: ecco il prezzo che pagherà l’economia globale
L’escalation della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti potrebbe costare 600 miliardi di dollari del PIL globale entro il 2021. A dirlo un’analisi di Bloomberg ricordando che a inizio maggio, gli Stati Uniti hanno aumentato le tariffe doganali su 250 miliardi di dollari delle esportazioni cinesi al 25%, mentre la Cina ha risposto aumentando le sue tariffe su alcune merci statunitensi dal 5% al 25%.
I presidenti Donald Trump e Xi Jinping si incontreranno al vertice del G-20 di giugno, ma gli analisti temono che il crescente conflitto commerciale sarà con tutta probabilità lungo e costoso per l’economia mondiale. Gli economisti di Bloomberg in particolare stimano che entro il 2021 il PIL cinese e quello statunitense sarebbero rispettivamente dello 0,5% e dello 0,2% più bassi, rispetto a uno scenario di non guerra commerciale, mentre anche la produzione globale diminuirebbe.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.