Borsa Tokyo in rialzo, cala lo yen: Nikkei chiude a +1,97%
La Borsa di Tokyo si distingue per il suo costante recupero, trainato dalla debolezza dello yen. L’indice Nikkei ha registrato un significativo aumento dell’1,97%, posizionandosi a 38,552.06 punti. Questo trend positivo è in netto contrasto con la Borsa di Hong Kong, che ha segnato un ribasso per la prima volta dopo oltre una settimana di rialzi.
Il deprezzamento dello yen ha raggiunto un minimo storico degli ultimi due mesi, scendendo a 147,17 yen per dollaro, prima di risalire leggermente a 146,90 yen. Questo livello di cambio favorevole sta avvantaggiando le imprese esportatrici giapponesi, fornendo loro un impulso competitivo sui mercati internazionali.
Kazuo Ueda, il governatore della Banca del Giappone, ha ribadito l’impegno dell’istituto nel sostenere l’economia del paese tramite politiche monetarie accomodanti. Nel frattempo, lo yen ha continuato a perdere terreno anche nei confronti dell’euro, raggiungendo quota 162,06 yen.
Breaking news
Piazza Affari chiude debole con le altre borse europee. I dati Usa su inflazione core Pce e Pil rafforzano la visione cauta della Fed
Wall Street apre senza grandi variazioni in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione di importanti dati macroeconomici, con particolare attenzione all’indice Pce sull’inflazione, preferito dalla Federal Reserve. In vista del Ringraziamento, i mercati saranno chiusi domani e opereranno in modalità ridotta venerdì. Dopo un inizio stabile, il Dow Jones registra un lieve incremento, mentre S&P 500 e Nasdaq mostrano leggere perdite. Il petrolio Wti segna un aumento marginale al Nymex.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.
Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.