Borsa Tokyo in rialzo dell’1% nonostante BoJ. Sentiment incerto su altre borse Asia
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo riporta un rialzo superiore a +1%, nonostante le dichiarazioni da falco del neo governatore della Bank of Japan, Kazuo Ueda.
Nel suo intervento al Parlamento del Giappone, il governatore della Bank of Japanha avvertito che, se il target sull’inflazione sarà centrato in modo “sostenibile e stabile, la BoJ porrà fine alla sua politica di controllo sulla curva dei rendimenti (YCC)”.
Ueda ha aggiunto che “le aspettative sull’inflazione del Giappone sono salite, rimanendo a livelli elevati”.
Detto questo, le scommesse hawkish sui tassi del Giappone (che rimangono tuttora negativi al -0,1%) sono state limate dalla pubblicazione del dato relativo alle spese per consumi delle famiglie giapponesi, in calo su base annua dell’1,9%.
Il dato è stato peggiore delle attese, con gli economisti intervistati dalla Reuters che avevano previsto un aumento dello 0,4%.
In Cina, annunciati i numeri della bilancia commerciale del mese di aprile.
Dal rapporto, è emerso che le esportazioni cinesi sono salite ad aprile dell’8,5% in termini di dollari e su base annua, riportando il secondo mese consecutivo di rialzi, mentre le importazioni sono scese del 7,9%.
Gli economisti interpellati dalla Reuters avevano previsto una crescita delle esportazioni pari a +8%, e un trend invariato delle importazioni.
La borsa di Shanghai segna un progresso dello 0,27% circa, mentre la borsa di Hong Kong scende dello 0,60%.
Seoul arretra dello 0,24%, mentre Sidney perde lo 0,18%.
A Wall Street futures poco mossi, con l’attenzione degli operatori che rimane sulla necessità, rimarcata dal segretario al Tesoro Usa Janet Yellen, che il Congresso degli Stati Uniti alzi il tetto sul debito.
Attesa inoltre per la pubblicazione dei dati relativi all’inflazione Usa misurata dall’indice dei prezzi al consumo e dall’indice dei prezzi alla produzione, che saranno resi noti nelle giornate di domani e dopodomani.
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Dopo un avvio negativo, Wall Street ha registrato un aumento grazie a dati sull’inflazione inferiori alle attese. Il PCE, misura preferita dalla Fed, è cresciuto meno del previsto, influenzando positivamente i mercati. Gli analisti prevedono una pausa nei tassi a gennaio e possibili tagli a marzo.
A dicembre 2024, la fiducia dei consumatori europei continua a calare. Secondo la stima flash della Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea, il sentiment dei consumatori nell’eurozona è sceso a -14,5 punti, peggio delle aspettative degli analisti. Anche l’indicatore complessivo dell’Unione Europea mostra un calo significativo.
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