Borsa Tokyo scommette su status quo Bank of Japan post Pil Giappone. Focus anche su Pil Singapore
Chiusura positiva per l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo, in rialzo dopo la pubblicazione del dato relativo al Pil del Giappone, che ha certificato la recessione in atto nel paese.
Il listino azionario giapponese ha accolto con favore la pessima notizia, scommettendo sulla decisione della Bank of Japan guidata dal governatore Kazuo Ueda – in queste condizioni obbligata – di aspettare ancora, prima di porre fine alla politica monetaria incentrata sui tassi negativi e sul controllo della curva dei rendimenti.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso così la sessione odierna, superando la soglia dei 38.000 punti e continuando a viaggiare ai valori record degli ultimi 34 anni.
Il listino è scattato dell’1,21% a quota 38.157,94 punti.
Da segnalare anche la notizia della perdita del terzo posto, nella classifica delle economie mondiali da parte del Giappone, a favore della Germania.
Diffuso oggi in Asia anche il Pil di Singapore, salito nel quarto trimestre del 2023 del 2,2% su base annua, al di sotto del +2,5% stimato dal consensus degli analisti.
Singapore ha anche annunciato di aver rivisto al ribasso in modo significativo il dato relativo al Pil del terzo trimestre, dal +2,8% inizialmente riportato a una crescita pari ad appena +1%.
La borsa di Hong Kong sale dello 0,34%, mentre la borsa di Shanghai rimane chiusa in occasione delle festività del Capodanno lunare.
In Australia reso noto il report sull’occupazione, che si è rivelato decisamente deludente, mettendo in evidenza un aumento degli occupati, a gennaio, pari ad appena 500 unità, rispetto all’aumento di 30.000 nuovi posti di lavoro atteso dagli economisti intervistati dalla Reuters.
Il tasso di disoccupazione è salito in Australia dal 3,9% di dicembre al 4,1%, oltre il 4% previsto dal consensus.
La borsa di Sidney ha chiuso comunque in progresso dello 0,77%.
Tra le altre borse asiatiche, la borsa di Seoul oscilla al di sotto della parità, con una variazione pari a -0,08%.
Guardando a Wall Street, dopo il grande tonfo seguito alla pubblicazione dell’indice CPI Usa – tra i termometri principali per monitorare il trend dell’inflazione – ieri i principali listini azionari della borsa di New York hanno chiuso in rialzo.
Lo S&P 500 è salito dello 0,96%, mentre il Nasdaq Composite ha segnato un rialzo dell’1,3%. Il Dow Jones Industrial Average ha chiuso in crescita dello 0.4%. Il trend dei futures Usa è al momento praticamente ingessato.
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Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.
Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.