Borse: banche italiane migliori d’Europa, fondo Atlante convince
Dopo i cali della seduta precedente, oggi le banche italiane corrono a Milano. I titoli di Monte dei Paschi di Siena guadagnano il 6,6%, la Popolare dell’Emilia Romagna fa +5,4%, mentre Popolare di Milano sale del 5,2%. La maggior parte degli analisti concorda nel ritenere il fondo Atlante varato dal governo positivo per le banche, visto che avrà l’effetto di ridurre nettamente il rischio sistemico per il comparto.
La stampa parla di un obiettivo di riduzione dei cosiddetti non-performing loan (i crediti deteriorati) di 70 miliardi di euro e questo implicherebbe una leva di 9 volte e permetterebbe di aumentare il valore dei crediti non performanti da 20 a 24 centesimi.
Piace dotazione fondo Atlante
Convince la dotazione iniziale del fondo Atlante di 3 miliardi fornita da privati come Unicredit e Intesa Sanpaolo. In base ai calcoli del broker Equita SIM, già con una leva di 5 volte il fondo potrebbe acquistare 43 miliardi di euro di crediti deteriorati, consentendo alle banche più esposte al problema, quali MPS, Banca Carige, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, di ridurre a zero la loro esposizione a un costo contenuto.
(Immagine: Bloomberg)
Breaking news
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.
A settembre, i prezzi all’importazione in Italia hanno registrato una diminuzione dello 0,7% su base mensile e dello 0,5% su base annua, principalmente a causa del calo dei prezzi dei prodotti energetici. L’Istat evidenzia questo nuovo trend di ribasso che si discosta dall’aumento dell’1% osservato ad agosto, rendendo evidente l’influenza dei mercati energetici sull’economia italiana.