Borse europee: l’inflazione fa paura. Listini in rosso
Avvio di giornata negativo per i mercati finanziari europei, dopo il sell-off sui tecnologici che ha affossato il Nasdaq e ha portato a un tonfo del 3% del Nikkei a Tokyo. Nelle prime battute, il Ftse Mib perde l’1,2%.
Nel resto d’Europa, Francoforte -1,5%, Parigi- 1,4% e Amsterdam -1,8%. Sui mercati sono tornate le preoccupazioni sulle pressioni inflazionistiche, causate dai recenti rally dei prezzi delle materie prime e dalle riaperture. Un aumento dei prezzi, temono gli investitori, potrebbe portare a un cambio di rotta nelle politiche delle banche centrali.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.