Borse, per Russo (Assiteca Sim) è ora dei titoli value europei
Dopo la brusca frenata di ieri a Wall Street con gli indici che hanno lasciato sul terreno oltre il 3%, Roberto Russo – amministratore delegato di Assiteca Sim – ritiene che in questa fase di mercato toro è opportuno privilegiare i titoli value rispetto a quelli growth e i titoli europei rispetto a quelli statunitensi anche al fine di dotarsi di un paracadute in caso di correzione di breve termine.
“Da un’analisi relativa all’evoluzione dei contagi da Covid-19 in Italia emergono alcune importanti statistiche: sia nella seconda metà di maggio che nella prima metà di settembre il numero di nuovi contagi è stato pari a circa 16.500 unità, mentre il dato dei decessi è radicalmente diverso: 3.374 nelle ultime due settimane di maggio contro 99 nelle prime due di settembre. Regredendo questi dati su scala globale, deduciamo che le regole di distanziamento unitamente ai notevoli progressi dei protocolli di cura hanno oramai scongiurato quasi del tutto la minaccia di un potenziale nuovo lockdown all’interno delle principali economie mondiali le quali stanno beneficiando, pur in presenza di dati macroeconomici talvolta contraddittori, di una progressiva quanto costante ripresa” evidenzia Russo.
L’ad di Assiteca Sim evidenzia anche che “se poi aggiungiamo che l’attivismo coordinato delle prime tre Banche Centrali del mondo (Fed, BCE e Bank of Japan) ha generato un incremento dei rispettivi attivi di bilancio pari a circa 4,4 trilioni di dollari e che il bazooka fiscale a livello globale ha determinato un incremento medio dei deficit su base annua delle principali economie mondiali dell’8% circa, siamo in presenza di un paradigma ideale per le Borse: tassi di interesse nominali stabili, tassi reali negativi e intervento continuo delle banche centrali per stemperare eventuali tensioni che dovessero materializzarsi nei comparti del debito privato, di quello pubblico e, infine, sui mercati azionari.
Ai grandi investitori (coloro che muovono i mercati finanziari) probabilmente non resta altro che comprare azioni, mettendo benzina sul fuoco a un mercato toro che già è ripartito da circa due mesi”.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.